07 gennaio 2009

Luca Pancalli, i mille volti dello sport

 

Luca Pancalli - argento Atlanta '96Molti si definiscono sportivi, tanti sono gli atleti, pochissimi sono quelli disabili, alcuni posso chiamarsi pentatleti, pochi diventano olimpionici, rarissimi sono i medagliati e poi ci sono coloro che dirigono lo sport.

Tutte queste figure insieme sono riconducibili a una persona, e forse ad una sola, Luca Pancalli.

Classe 1964, inizia a metà degli ’70 a praticare il pentathlon nella gloriosa De Gregorio (Roma). Nella ctg esordienti coglie subito un primo podio, con un bronzo nel ’78.

Passato nella ctg ragazzi, nel primo anno paga un’ involuzione nella corsa, restando comunque nelle zone alte della classifica grazie soprattutto all’ottimo tiro. Nel 1980 risistemata la disciplina podistica, grazie al tecnico Gianfranco Timpano, ritorna a essere atleta da podio.

Nel 1981 diventa allievo. Proprio in questo anno si comincia a sperimentare l’equitazione anche in questa categoria. Dal 1982 sarà poi ufficialmente inserita.

Grazie agli ottimi risultati guadagna la maglia azzurra e, a giugno 1981, viene convocato per un meeting giovanile in Austria (Wienerneustadt), in compagnia di Quaglieri, Toraldo e Moretti. Si tratta della prima volta internazionale degli allievi sulle 5 prove.

La competizione si apre proprio con la prova di equitazione, come previsto dall’allora sequenza, e Luca si accinge così alla propria seconda gara in questa disciplina. La prima, al criterium nazionale, era andata benissimo grazie a un sorteggio molto favorevole.

La sorte gli riserva Condor. Come egli stesso ci racconta, al momento del sorteggio erano rimaste due palline. Prende la prima, ma poi prima di estrarre la mano dal contenitore, la cambia con l’altra.

Nelle prime due manche Condor disarciona entrambi i cavalieri. Luca, ancora non padrone della disciplina, inizia a intimorirsi.

Nel campo prova il timore diventa panico a causa delle ripetute disobbedienze. L’azzurro manifesta chiaramente il desiderio di cambiare cavallo.

Entrato comunque in campo gara inizia la propria prova.

Subito sull’ostacolo numero 1 c’è uno scarto a sx. Ritorna e da qui cambia tutto. Inizia una lunga serie di salti perfetti, tanto che Luca inizia a gasarsi al pensiero di aver domato un diavolo. Giunto però al numero 10, la gabbia, è il momento del secondo scarto con seguente perdita di una staffa. Disequilibrato decide di togliere anche l’altra. Torna sulla gabbia e la supera, poi va sull’11. Al momento dello stacco Condor rifiuta e Luca vola oltre l’ostacolo. Il cavallo non riuscendo però a frenare completamente si trova costretto a saltare comunque e lo fa inciampando sulle barriere. Il destino a questo punto prende forma e la dinamica dei fatti lo dimostra.

Condor va a cadere con tutto il suo peso proprio sopra a Luca, il quale si trovava sdraiato prono con il cap, che gli era finito tra collo e spalla. Proprio questo ultimo gli fa da perno e il peso di Condor gli spezza inesorabilmente la colonna vertebrale all’altezza del collo.

Subito ci si rende conto della situazione, e purtroppo Luca avrà tanto tanto tempo per comprenderne ancor più la gravità.

Ricoverato sul luogo, resterà in Austria per ben 10 mesi. Dopo infatti tre mesi di immobilità, inizia la lenta e complicata riabilitazione proprio in terra austriaca, a causa dell’assenza di strutture adeguate nella penisola.

Pancalli si trova così a passare da un futuro da atleta già scritto, con la certezza della nazionale e quella di entrare nei Carabinieri, a una vita tutta da ridisegnare. Anche se allora il solo disegnare sembrava un sogno.

Infatti Luca aveva perso tutto, compreso l’utilizzo degli arti e di tutti i muscoli dal collo in giù.

Stranezze della vita, ci racconta che proprio due giorni prima di partire per la gara in questione, aveva incontrato all’Acquacetosa i primi atleti disabili (nasceva infatti proprio in questi anni lo sport paralimpico).

Dapprima ironico, come stupidamente viene da essere a tutti i normodotati, si ritrova poi negli spogliatoi a voler provare alcuni semplici movimenti senza l’utilizzo di alcune parti del corpo, rendendosi conto delle difficoltà che queste persone dovevano affrontare quotidianamente..

Proprio questi semplici movimenti saranno negli anni a seguire le sue più grandi conquiste. Quello che prima era scontato ora diventa un obiettivo, ciò a cui non si dava peso si trasforma in gioia.

Il campione di vita che c’è in lui gli dà la forza di trasformare l’incubo in cui si ritrova e iniziare una nuova vita.

Finisce gli studi superiori e inizia giurisprudenza. In 4 anni si laurea e dopo i necessari step, tirocinio ed esame di stato, eccolo avvocato a tutti gli effetti. Nel frattempo, mese dopo mese, conquista nuovi piccoli movimenti degli arti. La flessione parziale di un dito o la contrazione di un addominale sono emozioni immense.

In questo cammino lo sport non lo abbandona mai. Proprio il nuoto, suo punto debole fino a pochi mesi prima, diventa la sua arma segreta.

Inizia a muoversi in acqua ogni giorno, poi passa a nuotare fino ad arrivare ad allenarsi. 7 giorni su 7 lo si trova in piscina.

Inevitabile che nel 1984 alla terza edizione delle Paralimpiadi, non solo si ritrovi con la maglia azzurra, ma torni addirittura in patria con ben 3 ori e due argenti al collo.

Non resta questa la sola esperienza olimpica né la sola scorpacciata di medaglie. Infatti negli anni a seguire colleziona ben altre 3 partecipazioni paralimpiche, con un bottino totale di 8 ori, 7 argenti e 3 bronzi.

Quel nuoto che gli aveva tolto tanti successi nel pentathlon gli ha ridato vita e gloria.

Nel frattempo, professionalmente, veste il ruolo del sindacalista.

Nel 1996, anno in cui appende la cuffia al chiodo, viene nominato vicepresidente nella federazione italiana sport disabili. Quattro anni più tardi ne ricopre la carica di presidente.

Nel 2003 grazie a infinite pressioni, riesce a far nascere per legge il Comitato Italiano Paralimpico, del quale nel 2005 gli viene riconfermata la presidenza.

Nel maggio 2005 ha poi l’ulteriore onore di venir nominato vicepresidente del C.O.N.I.

Il 21 settembre 2006 tutta l’Italia ne sente parlare. A seguito delle dimissioni di Guido Rossi, viene infatti nominato commissario straordinario della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC).

Attualmente vive sulla sedia a rotelle, ma ogni giorno si allena per qualche centinaia di metri utilizzando le proprie gambe, coadiuvato dalle o

indispensabili stampelle.

Sono infatti molti i muscoli del corpo di Luca che ancora non hanno ripreso a funzionare, tra cui gran parte degli addominali.

Nonostante questo di strada ne ha fatta tanta e non sembra intenzionato a fermarsi.

Più che la storia di un grande uomo direi si tratti del racconto di un grande atleta, che di fronte alle più grandi difficoltà ha voluto restare fedele alla propria anima piuttosto che arrendersi all’evidenza scontata.

Solo quando si crede di aver perso tutto è il momento in cui si inizia ad avere. 

                                                        Andrea Valentini