11 settembre 2011

Bronzo a squadre, 15° De Luca

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La finale maschile del Campionato del Mondo assegna al due volte olimpico e campione europeo in carica, Andrea Moiseev, anche il titolo di campione del mondo.
Si parte come di consueto con la scherma che si rivela subito un ostacolo per gli atleti azzurri, che non riescono ad andare oltre la 19^ posizione con 808 punti di De Luca. Franceschini e Benedetti con 712 punti sono 30° e 31°.
Nel nuoto Franceschini in virtù di 2.00.58 risale in 21^ posizione, mentre sia De Luca, 2.10.36, che Benedetti, 2.15.30, scivolano nella parte bassa della classifica rispettivamente al 28° e 36° posto.  L’equitazione schiaccia le posizioni della classifica centrale e opera alcuni cambiamenti. Gli azzurri non realizzano percorsi netti ma, rispetto al trend generale, se la cavano con qualche barra e guadagnano posizioni. Alla partenza del combined Franceschini è 19°, De Luca 21° e Benedetti 31°.
Nelle posizioni di testa si assiste allo show di Moiseev, che si aggiudica il titolo iridato e dimostra ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, di essere un fuoriclasse. Gli azzurri dietro ottengono rispettivamente la 15^ posizione De Luca, la 21^ posizione Franceschini e la 24^ posizione Benedetti, 2° tempo del combined.
A squadre, l’Italia ottiene il terzo posto, dietro la Russia e l’Ungheria, uniche due squadre oltre la nostra ad aver qualificato tre titolari per la finale.
Le tre carte olimpiche in palio vanno quindi a Moiseev, che bissa quella già conquistata all’europeo, a Lesun (Rus) e a Marosi (Hun).
Gli azzurri sono invece ben lontani dall’obiettivo del CT che, come dichiarato, era quello di qualificare altri italiani con carta diretta per le Olimpiadi.
I nostri si devono accontentare di 42pt (De Luca), 35pt (Franceschini) e 32pt per Benedetti. Sono comunque punti che confermano De Luca e Benedetti in una posizione nel ranking olimpico che varrà loro sicuramente la qualifica. 
Sono inoltre ormai quasi irraggiungibili nel ranking da Giancamilli e Petroni, che senza possibilità di gareggiare, non hanno potuto prendere punti.
Analizzando la gara si evidenziano alcuni aspetti che il settore tecnico dovrebbe valutare attentamente. Infatti alcune notorietà mondiali del settore attribuiscono all’Italia del pentathlon il gruppo di ragazzi più talentuosi del mondo, eppure tranne qualche medaglia a squadre (2 in 3 anni), è raro trovare un italiano tra i protagonisti delle varie gare disputatesi in questo quadriennio. Questo a manifestare la mala gestione in qualche aspetto prestativo determinante.
Cerchiamo di scovare i problemi di questo gruppo con alcuni dati oggettivi.
Prendiamo la gara appena disputatasi e confrontiamo gli azzurri con le due squadre, super potenze, che li hanno preceduti.

Italia    Russia        Ungheria
Scherma    2232  2952    2640
Nuoto               3772 3928 3908
Equitazione             3360 3420 3428
Combined 7592 7516 7552

I dati sopra riportati rispecchiano perfettamente la situazione che si prospetta ad ogni gara.
L’Italia è molto forte nel combined dove normalmente si impone. 
Riesce qui a guadagnare, sulle squadre rivali 40/100pt.
Nell’equitazione qui perde qualche punto ma normalmente è abbastanza competitiva.
Nel nuoto subisce inesorabilmente un gap di circa 150pt/200pt dalle nazionali più forti.

Nella scherma, curata personalmente dal CT, è il tracollo. 
Sempre si parte in salita con 400pt o addirittura 700pt da recuperare. 
Stessa situazione si evidenzia anche nell’individuale, dove nessuno degli italiani è mai nelle primissime posizioni. Nell’intera stagione 2011, infatti, il miglior risultato schermistico in finale degli azzurri è stato 904pt, contornato da un infinità di 700pt. Questo dato è inspiegabile. 
Statisticamente su 25 presenze azzurre non era prevedibile un dato del genere. 
Basti pensare che oltre 904pt sono riusciti a farlo atleti Russi, Ucraini, Tedeschi, Ungheresi, Kazachi, Bielorussi, Cechi, Lituani, Lettoni e Austriaci, ma non ci sono invece riusciti gli italiani.

Questo dato è ancora più pesante se si pensa alla tradizione schermistica che per 20 anni ha distinto la nazionale azzurra di pentathlon.
Il Ct dovrebbe porsi delle serie domande sul proprio operato per capire dove abbia sbagliato.

Red