stampa
L’età
media dell’élite mondiale del pentathlon è in continuo crescita. Negli
ultimi 10 anni c’è stato un grande balzo delle valori che hanno in
alcuni casi hanno superato i 30 anni.
Per questo studio sono state prese in considerazione solamente le
competizioni internazionali seniores di maggiore livello e cioè: Giochi
Olimpici, Campionati Mondiali, Finali di coppa del Mondo, Prove di Coppa
del Mondo e Campionati Europei.
La costante crescita delle età medie è causata dal continuo dominio in
campo internazionale della generazione ’73-’74-’75, i cui atleti nel
corso degli anni hanno trovato sempre maggiore costanza di risultato.
I principali autori di questo innalzamento di età sono infatti Krungolcas
(’73), Capalini (’73), Zadneprovskis (’74) e Walther (’75). Molti
podi sono poi di Horvath (’78), che non contribuisce ad un abbassamento
significativo dei valori.
A dimostrazione della difficoltà che hanno i più giovani a entrare
nell’élite mondiale, vanno sottolineati i soli 5 podi di under 21 nelle
69 competizioni prese in considerazione. Queste prodezze sono riuscite a
Turkin, per due volte, Pla, Frolov e Woodbridge, tutti al loro ultimo anno
juniores.
Dall’altra parte ci sono ben 3 podi ultra trentacinquenni di
Yagorachvili che nel 2003 stabilisce il record con 39 anni.
È curioso che il “post Sidney 2000” ha dato vita ad un cambio
generazionale marcato a differenza del “post Atene 2004” dove sono
solo un paio gli atleti di punta ad aver appeso le scarpe al chiodo.
L’età media dei podi dell’intero decennio è comunque di 27,87,
considerabile come l’età della maturità per un pentatleta.
Se
l’età media dei podi può impressionare, quella relativa ai vincitori
è sbalorditiva. Il 2007 è stato un anno record con il valore medio di
31,55.
Basti pensare che il più giovane vincitore dell’anno ancora in corso è
stato Moiseev con i suoi 28 anni. Oltre a questo ultimo, solo Horvath può
vantare una vittoria sotto i trenta anni. Per il resto tra i
“vecchietti” capaci di imporsi troviamo: Krungolcas, Horbacz, Balogh,
Capalini e Walther.
Facendo una media dei dieci anni in questione si ricava un valore di
28,65, che potremmo definire l’età vincente di questo decennio.
Normalmente
questa elevata età dei migliori interpreti mondiali viene spiegata
dall’importanza che ricopre l’esperienza nelle prove tecniche. In
realtà va sottolineato che tutti questi campioni, se da un lato hanno
trovato una costanza di rendimento nelle prove meno fisiche, hanno
dall’altro lato avuto il grande merito di non peggiorare affatto nelle
prove atletiche. E’ incredibile come questi campioni riescano a 33/34
anni ad avere performance nella corsa e nel nuoto dello stesso livello di
quelle dimostrate a 20/25 anni. Questa prolungata efficienza fisica
dovrebbe farci riflettere sulle metodologie di allenamento adottate.
Peccato non avere la possibilità di un confronto tecnico con queste realtà.
La redazione cercherà nei prossimi mesi di fare breccia anche sotto
questo aspetto.
Siamo in oltre in attesa di completare la stessa ricerca per quel
che concerne l’ambito femminile, dove non siamo ancora in possesso di
tutti i risultati utili.
CdL
|