Carlo Massullo:" Sapevo di valere un metallo prezioso" 

L'olimpionico ricorda come ha costruito il suo successo giorno per giorno: "La medaglia di Seul? Un regalo a me stesso"

                     
                             
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L'argento di Seul è un qualcosa di veramente mio, più di quanto non sia stato il bronzo a Los Angeles. Questa medaglia è il più bel riconoscimento a me stesso per il duro lavoro svolto in tanti anni di preparazione. L'argento di Seul l'ho  costruito centellinandolo: il bronzo dell'84 fu il «podio» acciuffato all'ultimo metro.  
Dal punto di vista personale, grazie a questa medaglia, mi sento con le spalle più grosse: ciò che pensavo di poter fare e di poter valere non era un sognare ad occhi aperti, i risultati mi danno ragione ed io sento di aver conquistato maggiore sicurezza verso me stesso.

Sapevo di valere un “metallo prezioso”, forse più prezio­so di quello ottenuto in America. Nell '84. Arrivata la notorietà che ci si aspetta questi casi? Sebbene la notorietà sia qualcosa che reca piacere è un aspetto molto marginale.  
L'augurio che rivolgo a me stesso è che possa restare nel mondo dello sport, anche dopo aver concluso l’attività agonistica, magari come dico sportivo ...

B.C.                                                                                                          

Da pentathlon notizie n° 13/1988