L'olimpionico
ricorda come ha costruito il suo successo giorno per giorno: "La
medaglia di Seul? Un regalo a me stesso"
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L'argento
di Seul è un qualcosa di veramente mio, più di quanto non sia stato il
bronzo a Los Angeles. Questa medaglia è il più bel riconoscimento a me
stesso per il duro lavoro svolto in tanti anni di preparazione. L'argento
di Seul l'ho costruito centellinandolo: il bronzo dell'84 fu il «podio»
acciuffato all'ultimo metro.
Dal
punto di vista personale, grazie a questa medaglia, mi sento con le spalle
più grosse: ciò che pensavo di poter fare e di poter valere non era un
sognare ad occhi aperti, i risultati mi danno ragione ed io sento di aver
conquistato maggiore sicurezza verso me stesso.
Sapevo di
valere un “metallo prezioso”, forse più prezioso di quello ottenuto
in America. Nell '84. Arrivata la notorietà che ci si aspetta questi
casi? Sebbene la notorietà sia qualcosa che reca piacere è un aspetto
molto marginale.
L'augurio
che rivolgo a me stesso è che possa restare nel mondo dello sport, anche
dopo aver concluso l’attività agonistica, magari come dico sportivo ...
B.C.
Da
pentathlon notizie n° 13/1988 |