Caro
Gianni,
apprezzo
molto il tuo continuo studio ed elaborazione dei dati accuratamente
raccolti. Leggo ogni tuo elaborato, certo di trovare sempre qualcosa
d’interessante.
Le stesse considerazioni le avevo già fatte anch’io e analogamente sono
rimasto perplesso su come il Pentathlon Moderno si stia muovendo.
Sono solo pochi anni che opero in questo ambiente, non sono un
ex-pentatleta e i tanto declamati “fasti di un tempo” non li ho mai
vissuti direttamente ma solo attraverso memorie altrui.
A Modena siamo in grado di proporre un’attività agonistica sulle cinque
discipline e ai Campionati Italiani di Lignano Sabbiadoro eravamo gli
unici a presentare entrambe le squadre nella categoria Ragazzi M/F
(parlando con i numeri, dei 61 atleti della categoria Ragazzi M/F, 7 erano
nostri, il che equivale a più dell’11% su scala nazionale in una unica
società).
Per cui non condivido completamente, come te, questa “ossessione” per
ricercare il nuotatore (e su questo argomento ci sarebbe ancora molto da
dire e da chiedersi, in primis perché si è scelta questa strada) né
il crescente affiorare di squadre “combinatiste”, ma devo però
constatare che nelle ultime edizioni, il numero dei partecipanti è
aumentato.
A questo punto è obbligatoria una prima considerazione.
Se questo è l’inizio di un progetto di più ampie vedute, che ha come
scopo iniziale la diffusione e la conoscenza del Multi-sport, per poi
spingere su strutture non necessariamente federali in grado di promuovere
lo sport “Pentathlon”, allora dobbiamo ammettere che siamo sulla buona
strada.
Certamente il nostro vivaio giovanile nazionale non è paragonabile a
quelli FIN, FIDAL o Federscherma, ma una delle caratteristiche che
purtroppo ci distingue è che il Pentathlon non è per tutti e non tutte
le società sono in grado di farlo.
Una mia seconda considerazione è sulla prova di corsa, con le cadute
note.
Sappiamo bene che i 1000 mt di corsa sono “fattibili” da molti e una
squadra di nuoto che si approccia alla combinata, non ha, forse, ancora
tutti i mezzi necessari per formare i propri atleti, educandoli alla
gestione di fasi di gara molto delicate quali appunto la partenza. Chi ne
fa inequivocabilmente le spese sono i più preparati, in quanto gli altri
non hanno nulla da perdere! Quindi anche se ci fosse stato molto più
spazio nella zona di partenza, a mio avviso le cadute ci sarebbero state
ugualmente, come ci saranno sicuramente in futuro.
In ultima analisi mi sono sentito di sbilanciarmi dalla parte della
manifestazione perché, forse presuntuosamente, spero che l’articolo
venga letto da quanta più gente possibile, visto che il portale su cui è
pubblicato sta diventando il vero promotore del Pentathlon Moderno. Magari
sperando che anche il più estraneo dei navigatori del web, approdando a
questo portale e leggendo quelle poche righe, gli venga la curiosità di
saperne un po’ di più di noi e di cosa facciamo.
Spero di
continuare anche in altri modi un produttivo confronto di idee, strategie
ed opinioni, sicuro di trovare in te un tecnico preparato, un atleta con
un ampio bagaglio tecnico/tattico/sportivo e una persona attenta al mondo
del Pentathlon.
Un
saluto
Simone
Cavicchioli
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