Alcuni dubbi

Sono rimasto piacevolmente sorpreso quando ho letto sul sito della FIPM  dell’avvenuto collegiale a sostegno del progetto “MAGLIA AZZURRA”. Sorpreso perché, come un qualsiasi altro osservatore attento alle iniziative federali, in precedenza non avevo letto nulla in merito a questo nuovo investimento ma credo che sia stato solamente per mia negligenza.Continuando a leggere il comunicato vengo a conoscenza dei giovani portati al CPO di Montelibretti e sottoposti a full-immersion per valutare la loro attinenza con la disciplina del tiro.Soddisfatto nel vedere che ci sono iniziative che fanno ben sperare per il futuro, alcune considerazioni fatte a mente fredda e con la mia poca esperienza da coordinatore e da allenatore mi lasciano alcuni dubbi che spero qualcuno mi aiuti a colmare. Prendiamo in considerazione le tre ragazze di Livorno classe 1992: i nati in quell’anno sono Esordienti A fino a dicembre 2006 (100 nuoto/1000 corsa) e poi,dal gennaio 2007, passano alla categoria Ragazzi ( 200 nuoto/2000 corsa/tiro) prima vera categoria in cui si approccia il multisport con l’inserimento di una  disciplina tecnica come il tiro che sappiamo può compromettere non solo una gara ma anche una carriera da agonista. Inoltre proprio i nati nel 1992 a settembre iniziano le scuole medie superiori con un maggiore impegno soprattutto per chi non è culturalmente abituato a “vagare” tra una disciplina e l’altra. Fa forza il fatto che, essendo in tre ed avendo a sostegno le società da cui provengono, possono scambiarsi pareri e aiuti per superare anche questa fase transitoria della scuola. L’altro ragazzo nato nel 1991, purtroppo, si ritrova un po’ più distante dal precedente nucleo di “potenziali talenti” (a Cecina) ma appoggiandosi alla società dal quale viene “prelevato” potrà superare alcuni ostacoli anche grazie al fatto che per lui c’è già alle spalle un primo anno di scuola superiore (non ultimo aspetto da considerare è che poi si ritroverebbe da solo ad allenarsi in alcune discipline nei periodi in cui non è in collegiale). Il mio dubbio è questoil seguente: Non c’è il rischio che, puntando su un numero così ridotto di atleti la probabilità di abbandono da parte degli stessi non giustifichi un così alto investimento da parte della delegazione provinciale livornese, della delegazione regionale toscana e della stessa FIPM? Un’analisi a parte, a mio avviso, merita il quinto componente della selezione “MAGLIA AZZURRA”. Innanzi tutto essendo nato nel 1990 si proietta direttamente nella categoria ragazzi per poi passare, con il nuovo anno, alla categoria allievi con l’aggiunta anche della prova di scherma ancora più tecnica e importante del tiro. Poi c’è da aggiungere che, in base alle mie conoscenze, in Liguria non è presente ne una delegazione regionale ne una qualsiasi delegazione provinciale (salvo mia ignoranza in merito). Anche in questo caso, forse perché ragiono con la mia situazione di coordinatore di società radicata sul territorio, non vedo i numeri sufficienti affinché venga avvalorato un tale progetto di lunga durata. Potrebbe darsi che la convocazione di quest’ultimo atleta rientri in un progetto più ampio finalizzato a diffondere il Pentathlon anche dove al momento non è presente. Ma allora perché non farlo direttamente sul luogo coinvolgendo società di nuoto e/o atletica per poi investire con discipline tecniche su larga scala? Un pentatleta non può essere solo un bravo nuotatore o un forte corridore. A mio avviso il pentatleta è un pentatleta, con un lungo percorso formativo alle spalle, attraverso anche monodiscipine ma che non può esularsi dall’entrare nella cultura del multisport fin da giovane. Per costruire un buon pentatleta occorrono anni di investimenti e duro lavoro da parte dell’individuo, dei tecnici che lo seguono nelle varie discipline e della società che sostiene l’attività. Interventi “spot” localizzati portano veramente ai risultati sperati?  

Un saluto e grazie per l’attenzione. 

Simone Cavicchioli

Coordinatore tecnico Avia Pervia – Pentathlon Moderno Modena