Ancora non ci siamo.…

Di nuovo un po' di fumo negli occhi ad atleti e spettatori, ennesimo "fumo negli occhi" ad atleti e spettatori nelle giornate del campionato Italiano Senior svoltosi 4-5-6 febbraio 2011.
Perché usare tale espressione?
Anche se notevolmente agevolati perché non costretti ad "imbottigliarci" nel traffico romano per la gara, abbiamo "incassato" come bravi pugili le "mancanze" nell'organizzazione di un evento così importante.

In primis, tutti noi ci siamo domandati perché hanno deciso di sconvolgere la "cronologia" logica della gara di pentathlon, sequenza che si trova sempre uguale in tutte le gare che si rispettino. Scherma, nuoto, equitazione e combined. Quest' anno per i ragazzi è toccata una gara un po’ "fuori dal comune". Il venerdì alle 14.30 si disputava l'equitazione, prova la quale solitamente è penultima e spesso decisiva. Ma fin qui diciamo che atleti e spettatori hanno accettato la cosa pensando ad un problema logistico di spostamenti e utilizzo degli impianti. Il giorno seguente, sabato 5 febbraio si parte per l'impianto di Mentana "Ippocampo Sport Life", nel quale i ragazzi avranno in mattinata la prova di scherma, a seguire il nuoto e poi si risposteranno a Montelibretti per il combined. La cosa già sembra abbastanza strana, la domanda ovvia è "non potevano fare equitazione e combined come sempre nello stesso giorno a Montelibretti?". Tralasciando questo particolare, entriamo nel tendone della scherma. Perfetto dal punto di vista schermistico, 10 pedane, rulli funzionanti, abbastanza spazio per il pubblico di seguire gli atleti, ma un piccolo dettaglio è sfuggito a questa "perfezione". Il tendone della scherma non era stato appositamente riscaldato e la gara aveva luogo di prima mattina. Non posso assicurarvi quanti gradi ci fossero ma considerando che non siamo riusciti a togliere le giacche e gli atleti si riscaldavano vestiti e con i guanti, di sicuro non c'erano più di 4 gradi. Intorno alle 9.30 del mattino hanno pensato che fosse opportuno riscaldare un po’ l'ambiente e hanno deciso di accendere i riscaldamenti, cosa che se lo avessero fatto alle 7.30 del mattino avrebbero evitato il congelamento di tutti i presenti e soprattutto degli atleti, che fra un assalto e l’altro avevano delle pause anche lunghe (si girava a tre). Conclusa la gara di scherma si passa al nuoto, e qui si tocca l'apice. Sicuramente un impianto nuovo e bellissimo da vedere, ma assolutamente non predisposto e studiato per eventi agonistici e per avere un pubblico, ergo, non adatto a dei campionati, ma solo ed esclusivamente utilizzabile per allenamenti e corsi di nuoto. Pensate nella parte opposta ai blocchi di partenza non vi è un muretto che si alza sul pelo dell’acqua, e quindi un atleta durante la fase della virata, rischia di spaccarsi letteralmente i talloni. La struttura è fatta in questo modo : una vasca da 25 con 8 corsie messa in verticale rispetto al pubblico. Tra pubblico e vasca poi vi erano due ostacoli :
-una piscina piccola nella quale, cosa assolutamente ASSURDA, durante la gara di nuoto vi era un corso di acquagym con tanto di musica e istruttrice microfonata che istruiva le signore;
-una vetrata dietro la quale c'eravamo noi spettatori, isolati come in una bolla d'aria, assolutamente non immersi nella tipica atmosfera da gara, senza possibilità di poter tifare e incitare i ragazzi a dare il massimo.

Come sempre dobbiamo assistere a queste scene assurde totalmente increduli senza poter fare altro che subire e tirare avanti, nella speranza che le cose migliorino realmente. Il fumo negli occhi a noi non serve, quando chi organizza lo capirà forse si potrà cominciare a scrivere una critica positiva e parlare di "efficienza" organizzativa nelle gare di Pentathlon a Roma. 

                                                                                                Maria Rossella Scarpa