Autogol per il Pentathlon |
Vorrei
riportare quanto è successo in occasione della gara Regionale disputata a
Roma nei giorni 18-19-20 febbraio. Descrivo quanto accaduto all’atleta Pagnoni appartenente alla società Athlion. Appena iniziata la prova di combinato, quindi durante la prima fase di tiro, il pannello bianco plastificato posizionato davanti al bersaglio si è staccato, bloccando irrimediabilmente il dispositivo di chiusura dei bersagli. Il fatto veniva tempestivamente segnalato dal giudice (e dal proprio allenatore Vescio), ma il sig. Gianfranco Cardelli asseriva che il regolamento imponeva che nulla si potesse fare per permettere all’atleta di completare la prova di tiro, lasciandolo passivo ad aspettare il trascorrere del tempo massimo prima di poter partire per il 1000m di corsa. Va da sé che la gara è stata irrimediabilmente compromessa per il giovanissimo atleta, determinando, alla fine dell’intera prova di combinato, un risultato personale distorto e, conseguentemente, una classifica falsata. Inoltre il tecnico dell’Athlion, Vescio, aveva subito proposto di far ripetere, a fine gara, solo la prima serie di tiro per poi sommarla al tempo dei 2x1000 corsi più la seconda prova di tiro effettuata dall’atleta, durante la gara, sul bersaglio di riserva. Il sig. Cardelli continuava a sostenere senza la minima riserva che l’impossibilità di dare seguito alla proposta, perché il regolamento prevedeva che l’atleta accettasse passivo l’evento. A sostegno di questa tesi faceva l’esempio della prova di equitazione: “se il cavallo si azzoppava durante il percorso, l’atleta doveva ritirasi senza alcuna possibilità di recupero della prova”. La discussione continuava anche durante la prova di nuoto, con Cardelli che continuava a sostenere con sicurezza la conoscenza del regolamento e che l’atleta, semmai, si sarebbe dovuto spostare da solo in una delle quattro sagome di riserva assegnate per questa evenienza. Vescio non convinto, rispondeva che in serata avrebbe controllato il regolamento della FIPM. Ebbene, dopo uno studio del regolamento, è emerso quanto segue. Il regolamento della FIPM disciplina i punti più importanti del “Combined Event” seguendo le regole del regolamento della Federazione Internazione di P. M. e dice espressamente, come di seguito riportato, che nel caso si verifichino eventi non menzionati dal regolamento nazionale, occorre attenersi alle norme internazionali dettate dal regolamento UIPM. 6.
8 Altre Normative “Per
qualsiasi altra normativa non menzionata nel presente Regolamento Tecnico
Nazionale si farà riferimento al Regolamento Tecnico Internazionale UIPM
consultabile sul sito www.pentathlon.org.” E’ il caso in questione. La FIPM non disciplinando questa eventualità, cioè del bersaglio che si rompe prima o durante la gara, si deve obbligatoriamente adottare la norma 5.11 che dice espressamente che “ qualora ci sia malfunzionamento della sagoma di tiro, il delegato tecnico ed i giudici di gara devono attivarsi per far recuperare all’atleta il tempo perso” 5.11
Time Adjustments and Responsibility In
those cases where a pentathlete loses time due to a target error which is
not their fault or a target malfunction, the UIPM TD/NTO in cooperation
with the Shooting Director shall make an appropriate time adjustment. (dal
regolamento UIPM 2011: 5. Rules for Combined Event Running and
Shooting.) Quello che più ci ha indignato non è stato tanto la non conoscenza del regolamento, fatto che comunque di per sé rappresenta una grave lacuna per chi pretende di organizzare e disciplinare le gare (ma con un grande sforzo di buona volontà questo si può imputare alla non conoscenza dell’inglese), ma soprattutto l’arroganza, la superbia e la presunzione con cui è stata imposta la decisione di non dare nessuna opportunità all’atleta incolpevole dell’accaduto. Sarebbe anche interessante sapere in qualità di quale figura il sig. Cardelli è intervenuto, non essendo né il Delegato Tecnico né un giudice di gara. Perché si è assunto il diritto di determinare e disciplinare il comportamento di un atleta in gara? Mi chiedo se è mai possibile che un errore di queste proporzioni sia lasciato passare in questo modo, se la colpa di aver falsato irrimediabilmente la prestazione di un atleta e quindi una classifica non deve far prendere provvedimenti alla Federazione? Ed inoltre, un Direttore Sportivo che ruolo ha in una Federazione? E’ compatibile con gli incarichi che si assume nell’ambito di una competizione? E’ etico ed opportuno che la figura del Direttore sportivo di una Federazione interferisca con l’andamento di una gara? Ma, in ultima analisi, quali sono gli incarichi di un Direttore Sportivo? Penso che questo recente episodio abbia in verità radici profonde, radici che si impiantano su un terreno dove la disponibilità al dialogo è latitante, la modestia e l’umiltà del confronto è sconosciuta; radici che si fondano e affondano in un substrato costituito da oltre un decennio di prevaricazioni, ingiustizie,” monologhi decisionali” e quant’altro possa abortire al nascere un tentativo di cooperazione per un percorso costruttivo e unanime. L’avvenimento in sé resta a mio avviso molto grave, perché ha di fatto impedito ad un atleta di esprimersi per quanto si era allenato, per i sacrifici fatti e per le aspettative che aveva. E non lo dico perché appartiene alla mia società sportiva, ma per qualsiasi atleta questo evento rappresenta una mancanza di rispetto molto grave oltre che un deplorevole errore di condotta di chi dovrebbe assicurare ai concorrenti una assistenza ed una tutela massima al fine di assicurarli e agevolarli nelle loro fatiche. Al contrario, si è applicata una regola inesistente, arbitraria e fuorviante per l’intera classifica finale. Gara falsata sia a livello individuale che a squadre; infatti la squadra terza classificata ha distanziato la quarta (l’Athlion) di soli 96 punti, molto pochi se si considera che l’atleta è dovuto stare obbligatoriamente fermo per tutta la durata del tempo disponibile per chiudere i bersagli prima di poter partire per i primi 1000m. Insisto nel commentare l’accaduto perché a mio avviso questi eventi rientrano nelle cause che determinano l’altissima defezione giovanile nel pentathlon moderno; in questi fatti dobbiamo cercare le risposte al perché nel Lazio, sede dei centri Federali e che rappresenta il 90%, dell’intero movimento italiano, si gareggia nel Trofeo Regionale con 9 esordienti A femmine e 9 Esordienti A maschi, 10 femmine nella categoria Ragazze e 20 in quella maschile, 16 Allievi e 1 atleta nella categoria Allieve. Numeri che fanno rabbrividire e che inducono realmente a pensare ad una imminente tramonto di uno sport bellissimo come il pentathlon moderno. Che argomentazioni posso trovare, io tecnico del pentathlon, ad un genitore che mi dice che far trovare i bersagli in questo stato nell’occasione di una gara significa non avere rispetto per gli atleti, considerazione dei loro sacrifici, attenzione per il loro impegno. Cosa posso controbattere ad un papà che mi dice che, se questi sono gli standard di conoscenza dei regolamenti da parte degli organizzatori, che hanno come risultato di penalizzare ingiustamente il proprio figlio che va a nuotare dalle 21 alle 22 in una piscina distante da casa o va a correre la sera per allenarsi, allora sarà il caso di prendere in considerazione l’opportunità di cambiare sport. Non posso dire proprio nulla perché ha tutte le ragioni del mondo. Questo giovane atleta, infatti, compie enormi sacrifici per allenarsi perché frequenta una scuola straniera, uscendo di pomeriggio tardi, mediamente non prima delle 17, mosso dalla sola passione per questo sport. Ed allora mi chiedo, perché se questo nostro sport ha il potere di esercitare in principio un fascino così grande sui giovanissimi, capace di attrarre nonostante la sua complessità anche persone come questi ragazzi, che fortunatamente si impegnano molto nelle attività scolastiche, e quindi gravati da tutto quello che può comportare l’impegno di studio, propone una formula che ha come risultato l’abbandono precoce ed in massa? Sarebbero molte le argomentazioni da affrontare ma, senza alcun dubbio, una risposta deve essere ricercata anche sul modo di proporre e condurre lo svolgimento delle gare soprattutto a livello giovanile, dove l’organizzazione dell’evento gara dovrebbe essere impeccabile ed esaustivo nei riguardi delle aspettative dei giovani atleti e delle loro famiglie e non preparate, come spesso accade quasi sempre nelle manifestazioni regionali (ma anche in quelle nazionali), alla meno peggio, in maniera carente e lacunosa. Una competizione che non osserva le regole stabilite a livello nazionale ed internazionale è un evento che produce un prodotto scadente, mina la credibilità della disciplina stessa ed ha come effetto la delusione e la disaffezione degli utenti. Potrei fare mille esempi di casi in cui si sono disattese regole e disposizioni. Senza andare troppo lontano nel tempo prendiamo in esame proprio quest’ultimo campionato. Oltre al gravissimo errore di regolamento da parte del sig.Gianfranco Cardelli, segnalo la completa inadempienza di molte delle fondamentali normative, riportate nel regolamento internazionale, che una struttura di tiro deve avere per poter ospitare una gara di “combined event”. Range
Requirements (Rules Uipm) i)
The ranges can be indoor or outdoor and must be constructed so that direct
sun does not disturb
the pentathletes. ii)
The shooting range must be built in such a way it can guarantee the safety
of the pentathletes, coaches,
judges and spectators. iii)
The shooting range must protect the pentathletes from the wind, also
lateral wind, using closed walls
on the two lateral sides. iv)
The lateral wall must include the pentathletes shooting station of minimum
one metre in length and
in total the lateral wall must be not less than 11 metres. v)
The background area behind the targets must be non-reflecting, medium,
neutral colour. vi)
The shooting range must protect the pentathletes from the rain using
special roof coverage and a
waterproof box to protect the pistol, water, towels and binoculars of the
pentathletes located under
the shooting table. vii)
The pentathletes shooting area (minimum 1m and maximum 1.30m wide) must be
clearly defined
with visible lines to show the sides and the back line which is the start
and finish line for
each shooting series. viii)
The shooting range must be prepared in such a way the spectators can enjoy
the competition and
watch the finish, so with the finish line near the shooting range. Il poligono dove si è effettuata la gara mancava di muri laterali per il vento, non c’era protezione per la pioggia, gli atleti privi dello spazio minimo tra le linee di tiro, ed il sole era diretto verso gli atleti. Inoltre le linee di riserva dovevano essere 2, posizionate una al centro ed una laterale e non, come nell’occasione della gara, tutte alla sinistra del poligono di tiro, questo per dare la possibilità ad ogni atleta di poter perdere meno tempo in caso di guasti tecnici alle sagome. Vorrei inoltre far notare che i genitori non sono degli sprovveduti, sono documentati e conoscono le regole (e l’inglese) meglio di molti altri che credono di saperle. Ed è per questo che di fronte a gravi mancanze come queste anche il più appassionato si disamora, avendo la sensazione di essere preso in giro e di non voler far parte più di un movimento “Brancaleone”. Lo stesso fatto anche di non rispettare i tempi delle gare che il regolamento FIPM impone in 1 giorno o 2 mezze giornate, la durata delle competizioni è un fatto che non deve accadere, soprattutto nelle categorie giovanili, dove programmare la gara di tiro alle 14 di venerdì implica ai giovani atleti che frequentano la scuola, la scelta di non disputare la prova o di saltare le lezioni scolastiche di fine giornata. Inoltre la successione delle prove è sì a discrezione dell’organizzazione, ma far disputare l’evento combinato prima della prova di nuoto è, a mio avviso, un errore macroscopico a danno degli atleti, poiché dopo una gara di combinato la prova di nuoto risulterà alterata, e di conseguenza anche la classifica sarà alterata rispetto a quella che si avrebbe con una normale successione delle prove. Per di più una competizione svolta in questo modalità non riproduce affatto le condizioni di una gara internazionale, dove anche a livello giovanile il “combined event” è l’ultima prova che determina la classifica finale. Trovo estremamente importante e di una limpidezza disarmante il fatto che le gare nazionali dovrebbero riprodurre le stesse condizioni delle competizioni che si svolgono all’estero. Una gara fatta nella modalità in cui si è svolto l’ultimo regionale per la categoria Ragazzi e Allievi è una gara fine a se stessa, snaturata e priva di valore per un’analisi tecnica e per un potenziale raffronto con esperienze internazionali. I risultati di questo atteggiamento, veramente poco serio e professionale, si possono vedere in campo internazionale, soprattutto a livello giovanile dove i pentatleti italiani sono pressoché latitanti come numero di presenze e totalmente assenti come risultati. Un prodotto che si vende male è destinato a fallire. Il pentathlon, purtroppo, da tempo ha intrapreso la strada di questo fallimento. Ecco perché dico basta ad atteggiamenti profondamente sbagliati come quello del Direttore Sportivo Cardelli che fanno solo male allo sport e agli sportivi che lo praticano. Gianni
Caldarone |