Cronache Marziane

Salve a tutti!

Nell’appena trascorso week-end si è disputato ad Aprilia un Trofeo Nazionale in cui erano in gara tutte le categorie. Questa manifestazione rappresenta, per le categorie giovanili, uno dei massimi appuntamenti nazionali stagionali come importanza e prestigio, surclassato solo dai recenti campionati italiani disputatisi a Lignano Sabbiadoro. Inoltre, eventi di questa portata, rappresentano la vetrina migliore che il pentathlon possa mettere in campo per diffondere questo nostro sport. 

Arrivati in albergo dopo 500 Km e sette ore di viaggio ed effettuato la solita riunione organizzativa con i ragazzi, ci ritiriamo per essere pronti per il giorno dopo.
Al sabato mattina, molto agevolmente, grazie alla buona organizzazione messa in atto dalla società che ha accolto la manifestazione, arriviamo sul luogo della prima prova: il tiro.
Consueto controllo armi e presa visione degli atleti in gara.
Subito mi accorgo di una anomalia: un’atleta di indiscusso valore è schierata non nella sua categoria  d’appartenenza ma in quella superiore.
Ho subito pensato ad una scelta tecnic
a visto le sue elevate performance agonistiche, ma non ho dato molto peso alla situazione, presupponendo che fosse tutto regolare in quanto comunicato in riunione tecnica a cui non ho potuto partecipare, essendoci stata alle ore 15.00 di venerdì. Escono le classifiche che confermano questo passaggio. Altri presenti si accorgono del fatto e diversi rimango molto più perplessi di me (perplessità appesantite anche dal fatto che la stessa atleta non aveva ancora capito in che categoria fosse).
Continuo a occuparmi della mia squadra e dopo il tiro ci rechiamo nell’adiacente piscina per la successiva prova.
Anche qui si verifica la medesima situazione riscontrata prima: l’atleta torna a gareggiare nella categoria superiore.
Facciamo una considerazione: se nel tiro c’è solo la presunta ipotesi che a gareggiare con atleti più forti ci siano vantaggi, nel nuoto i vantaggi sono certi. Avere nella corsia a fianco un avversario che è di pochi secondi più veloce, instaura quel traino che ti porta a dare molto di più di quello che potresti dare se gareggiassi in testa. Ed è appunto quello che si è verificato!

Apro una breve parentesi. La FINA (Federazione internazionale di nuoto) non ha omologato il record del mondo dei 100 metri stile libero (52”99) nuotato dall'australiana Lisbeth Lenton il 3 aprile scorso a Sydney nel corso della manifestazione “Duel In The Pool” perché il riscontro cronometrico è stato ottenuto in prima frazione di una staffetta 4x100 stile libero mista in cui le formazioni erano composte da due uomini e due donne e la Lenton ha sfruttato il fattore scia dell'americano Michael Phelps che ha gareggiato nella sua frazione.
Vedendo a poca distanza il Sig. Gianluca Tiberti, gli chiedo come mai ci sia questa anomalia tecnica. Rimasto inizialmente perplesso dalla mia curiosa richiesta di spiegazioni, il Sig.Tiberti si è recato dal delegato tecnico Sig. Filippo de Liguori Carino per chiarimenti e, dopo pochi minuti con molta disponibilità e professionalità, mi comunica che l’atleta in questione ha ricevuto una deroga dal Consiglio Federale per poter gareggiare nella categoria superiore, per poi successivamente mantenere il diritto restare nella categoria d’effettiva appartenenza per la seconda parte della stagione agonistica. Mi conferma che avrebbe concluso la manifestazione nella categoria in cui stava gareggiando (compreso il torneo di scherma). Deroga discutibile, anche perché non comunicata ai giudici stessi, visto che lui non ne era a conoscenza.

Veniamo ora al vero punto saliente di queste due giornate di gara.
Alla domenica mattina, prima dell’inizio della prova podistica, ritiro, come tutti i tecnici presenti, i pettorali gara e la composizione delle batterie.

Con mio grande stupore leggo il nome dell’atleta, che aveva preso parte a tre prove nella categoria superiore, nuovamente nella vera categoria d’appartenenza.
Con molto tranquillità mi reco al tavolo della direzione gara e segnalo quello che per me era solamente un banale errore di trascrizione.
Nel cambio di giornate tra il sabato e la domenica era cambiato anche il delegato tecnico, dal Sig. de Liguori Carino al Sig. Carlo Passiatore, consigliere federale. Mi rivolgo a lui e continuo a segnalare questo presunto errore.
Non ricevendo nessun tipo di risposta, continuo a richiedere spiegazioni finché non sono costretto a dichiarare che non avrei fatto gareggiare nessun mio atleta prima di chiarire questa posizione.

Dopo svariati tentativi di comunicazione, il delegato tecnico Sig. Passiatore mi conferma che l’atleta in questione avrebbe gareggiato fuori gara nella prova podistica.

Visto il clima che si stava creando, ho chiesto che venisse scritta questa dichiarazione per poi essere comunicata agli altri tecnici. Trovando nuovamente un muro a seguito della mia richiesta, interviene un altro consigliere federale, Sig. Francesco Di Domizio, il quale mi esorta, alla presenza del sig. Tiberti, Sig. Dell’Amore, di tutti i giudici, degli addetti al CED, di fidarmi della parola del Sig.Carlo Passiatore.

Con questa doppia parola datami da due consiglieri federali, alla presenza di numerosi testimoni, mi convinco che le cose sarebbero tornate alla pseudo-normalità con la non entrata in classifica dell’atleta (da non trascurare il vantaggio che avrebbero comunque ottenuto gli altri atleti che avrebbero usufruito del traino a corsa).

All’atleta, vittima di irregolarità, viene comunicato solo a prova podistica conclusa che non sarebbe entrata in classifica.

Potete ovviamente capire che reazione abbia avuto l’atleta ricevendo da un giudice una comunicazione di tale portata, eventualità mai trattata nemmeno dal DT Gianfranco Cardelli responsabile della gestione della giovane nazionale.

Tra la pioggia che il meteo aveva riservato alla giornata, sento chiamare tutti i tecnici dallo speaker della manifestazione ed inviati ad andare al tavolo della federazione.

Alla presenza di tutti i tecnici viene indetta una riunione sul campo in cui il Sig. Passiatore comunica come si sia protratta nel tempo una situazione non regolare.

Fermo restando che a mio avviso l’atleta avrebbe vinto facilmente la gara perché di indubbio valore e che in tutta la faccenda egli si ritrova ad essere solo vittima dell’accaduto, ho continuato a sostenere, davanti a tutti i colleghi, che non avrebbe dovuto comparire in classifica in quanto il regolamento tecnico nazionale approvato dal CF n° del 19/12/2006 (pag.8 paragrafo 2.3 ultimo capoverso, cito:” Su proposta del Settore Tecnico e unitamente all’autorizzazione della società, fermo restando il parere positivo del Comitato Organizzatore, possono partecipare a qualsivoglia manifestazione nazionale atleti che non sono in possesso dei requisiti previsti nel presente regolamento Tecnico Nazionale. Le Società di provenienza dei suddetti atleti sono esentate dal pagamento della quota di iscrizione e possono comparire in classifica), a cui non sono state apportate modifiche fino ad oggi, non prevede una tale condotta di gara e la deroga, comunicatami dal Sig. Tiberti, prevedeva che l’atleta finisse di gareggiare nella categoria superiore alla sua.
Durante la riunione, il Sig. Di Domizio interviene confermando che “l’unica” anomalia sia stata la non comunicazione da parte del consiglio federale di questa modifica (ha altresì dichiarato che sia lui che il Sig. Carlo Passiatore non avevano partecipato all’ultimo CF in questione). Ma anche questa dichiarazione non concordava con quelle altrui.

Proviamo fare un paragone forse più semplice da comprendere: si stava dicendo che il nostro governo ha decretato una legge e senza comunicarla a noi cittadini, la sta applicando!
Si è trasformata una rassegna nazionale in una sagra di paese in cui tutto è lecito, anche non rispettare il regolamento tecnico nazionale. Se avessi voluto una sagra paesana,l’avrei organizzata io stesso, non avrei intrapreso 1000 Km di viaggio A/R (13 ore) e avrei offerto tarallucci e vino ai partecipanti.

A questo punto mi chiedo se effettivamente abbiano tolto tutte le stoccate, prese e messe, nel torneo di scherma visto che, ritornando nella categoria d’appartenenza, il nostro atleta ha, per rigore di logica, disputato il torneo fuori gara.
Dopo questa cronaca d’altri tempi, non mi sento più rappresentato dai due consiglieri federali che in un primo momento mi danno la loro parola e poi hanno potuto tranquillamente rimangiarsela.

Credo che l’organizzazione tecnica da parte della FIPM non si sia comportata con correttezza nei confronti delle società che s’impegnano nei principi di lealtà e sportività.
Credo che il DT Gianfranco Cardelli abbia abusato di presunzione dirigendo in modo sconsiderato un’atleta appartenente al gruppo della nazionale giovanile (propongo l’ennesimo paragone che ho raccolto dagli innumerevoli colloqui individuali non citabili: “è come se il CT della nazionale di calcio, Roberto Donadoni, in occasione di una partita ufficiale dell’Italia, comunicasse alla terna arbitrale che l’Italia sarebbe scesa in campo in 12 uomini perché interessato a “provare” un giocatore in più).
Spero che il Presidente, Sig. Lucio Felicita, intervenga per chiarire quanto prima l’increscioso episodio e verifichi se esista anche una sorta di illecito sportivo al fine di porvi rimedio con ferma decisione. Confido che ognuno si prenda le proprie responsabilità. 

Alla fine l’atleta in questione non ha subito penalizzazioni ed è stato premiato come vincitore; ma pensiamo anche agli altri rivali diretti che hanno pagato per una condotta di gara regolare.

Avevo solo chiesto regole uguali per tutti e mi sono ritrovato ad essere testimone di arrangiamenti poco chiari, non condivisi dalla maggioranza dei tecnici e dai giudici che, in questa storia, rischiano di perdere credibilità, parecchi dei quali di interesse internazionale e tenuti nella massima considerazione dalla UIPM.

Sono rientrato nella mia città sinceramente deluso dall’accaduto, soprattutto perché non sono riuscito a spiegare ai miei atleti come sia stato possibile che una federazione per cui noi gareggiamo e a cui facciamo riferimento abbia permesso tutto questo. 

 

                           Un saluto

                                                                                                                     Simone Cavicchioli