I furbetti del pentathlon |
Ho seguito la vicenda dei due atleti azzurri, Giancamilli e Petroni, che nonostante siano arrivati rispettivamente 5° e 8° all’ultimo Europeo, conquistando con un anno d’anticipo le carte olimpiche, sono stati esclusi dal prossimo mondiale, favorendo la partecipazione di atleti dal curriculum decisamente più scarso in quanto a titoli e risultati. Il
sogno di qualsiasi atleta, di qualsiasi sport, ma soprattutto nel
pentathlon moderno, è quello di arrivare alle Olimpiadi...ed è giusto
dare ai più meritevoli la possibilità di provarci con tutte le loro
forze...è davvero squallido quando invece, intervengono fattori esterni
alle performance a condizionare tali possibilità. Questo
è l’ennesimo deprecabile sistema, purtroppo tutto italico, di
gestire il “potere” non per meritocrazia, ma per motivi diversi dalla
logica. Un sistema disgustoso che ha distrutto tutto quello che c'era da
distruggere in Italia; dalla scuola, alla sanità, dalle industrie alla
cultura e via dicendo...e sinceramente vederlo applicato anche allo sport
fa davvero rabbia. Leggere
su un social network, un atleta “beneficiato” da tali decisioni, che
inveisce contro chi cerca giustizia, è la riprova che probabilmente non
esiste neanche più la dignità nelle persone. Una uscita davvero
infelice, che dimostra la pochezza degli argomenti e il vuoto delle
persone coinvolte. Trovo
davvero singolare che un atleta non possa neanche provare a difendere le
posizioni conquistate sul campo. Che
pena! Uno sport bellissimo, dove purtroppo, probabilmente per incapacità
gestionale, girano 4 gatti...eppure chi di dovere (dalla Federazione al
C.T.) sembra non riesca a creare un ambiente sereno...manca la
chiarezza delle regole...o forse mancano volutamente, (a pensar male si fa
peccato, ma spesso ci si indovina!) Eppure
uno sport individuale non ne dovrebbe avere molte di regole: chi vince va
premiato! Per
chi ama lo sport e il Pentathlon in particolare, con i valori che ne
conseguono, assistere a tutto questo è veramente raccapricciante. |