Cronaca di un incubo chiamato "Torneo di scherma"

Dal 13/10/2006 al 15/10/2006 si è svolto a Roma il Trofeo Nazionale categoria Senior, in concomitanza con i Campionati Italiani per le categorie Junior ed Allievi.

Come annunciato prima della gara, ho partecipato solo alle prove tecniche come stimolo allenante e non a quelle atletiche, a causa di una contrattura profonda al polpaccio che mi  dà  noia da tempo.

 Al torneo di scherma sono presentate 13 squadre così composte:

  • 10 squadre composte da 3 atleti

  • 2 squadre   composte da 2 atleti

  • 1 squadra   composta da 1 atleta

 Immediatamente si riscontrano diverse anomalie, errori organizzativi e di regolamento.

 1) La  squadra “Avia Pervia” che presentava un solo atleta nella categoria Senior, aveva comunicato agli organizzatori della gara l’assenza degli altri due iscritti (precedentemente registrati per la gara) alle ore 8:00 di mattina dello stesso giorno della prova di scherma che si doveva disputare ben sette ore più tardi. Nonostante questo ampio margine di tempo si è lasciato che nella prova di scherma una squadra fosse costituita da un solo atleta, non accorpandolo a nessuna delle due squadre (di cui una mista) costituite da due atleti. Tale composizione ha determinato il numero dispari delle squadre presenti nella competizione ed il  relativo “Turno di riposo” che, singolarmente ed a rotazione, tutte le squadre dovevano osservare durante lo svolgimento della competizione. Va da sé che questa scelta ha comportato disagio soprattutto in ordine alla durata della gara, disagio che si è  sommato a molte altre mancanze riscontrate per tutta la durata della prova di scherma.

 2) La squadra presentata come “Carabinieri” in realtà non si doveva presentare con questo nome, ma doveva riportare la dicitura di squadra “Mista” in quanto era composta da un atleta della categoria Senior e due atleti appartenenti alla categoria Junior. I tre atleti, anche se tesserati per la stessa società (Carabinieri) erano di categorie diverse e non trattandosi di una Competizione “Assoluta” non potevano essere presentati nella gara di scherma come squadra “Carabinieri”

 3) L’anomalia è tipica della nostra Federazione che, prevede nella prova schermistica squadre composte anche da tre atleti (di regola sono due); effetto di tale formula è l’inevitabile dilatazione dei tempi di durata della prova.

 Cronaca delle Gara

 Aspetto rilassandomi, dopo il riscaldamento, l’inizio del torneo.

La mamma di un ragazzo, riconoscendomi, si avvicina timidamente alla mia sedia. Mi alzo, e  stringendomi la mano mi dice: “Ho letto le mail che hai inviato al sito….complimenti  per quello che scrivi e per quello che dici…continua così…non mollare”. Le rispondo che non è facile, ma che continuerò.

Uno scambio di parole durato solo pochi  secondi, ma per me molto significativi.

 Ore 15:00

Ha inizio il torneo di scherma con la  fase di “Intersala” (che prevede gli assalti tra i componenti di una stessa squadra) e, successivamente, la disputa sulla stessa pedana del 1° turno tra le squadre.

 Ore 15:15.

Finisco questa prima fase.

 Ore 15:30.

Non ricevendo ancora la chiamata per la fase successiva (2° turno) chiedo delucidazioni sulla natura di tale ritardo. Vengo informato che dodici squadre hanno già finito la prima fase ma la tredicesima sta disputando ancora la fase di “Intersala” perché iniziata solo una volta che tutte le altre avevano terminato la 1^ fase. Chiedo come mai si sia verificato tale evento….forse perché le pedane non erano sufficienti? Mancavano i giudici?.....Non mi si è saputa dare la risposta, anzi qualcuno  dell’organizzazione  prova a smerciare tale anomalia come “evento normale”

Ore 15:45.

Finalmente vengo chiamato in pedana  per iniziare la  2^ fase. Allacciandomi il passante noto che il terminale del rullo che lo fissa al mio passante manca del moschettone.

 Ore 15:51.

Con l’espediente di un laccio l’armiere riesce a fissare un gancio. Posso così fermare la presa alla mia divisa ed iniziare l’incontro.

 Ore 15:52.

Finisco la 2 ^fase. La squadra che mi si opponeva era composta da un solo atleta.

Durante il prossimo turno, il terzo, devo rimanere fermo perché è il turno di riposo della mia squadra. Intanto casca un apparecchio alla pedana 1, a causa del groviglio di fili che sono sistemati alla rinfusa. Per questo incidente gli assalti alla pedana 1 vengono spostati sulla  pedana 5 ma il rullo non funziona correttamente. Non si hanno rulli di  ricambio, così si aspetta che finiscano gli assalti sulla pedana 6 per iniziare. Riescono a sdoppiare gli assalti delle squadre in ritardo sulla pedana 5; adesso il rullo, dopo vari “smanettamenti”, riprende a funzionare.

Intanto si riesce a sistemare l’apparecchio caduto, ma sulla pista 4 suona la pedana; al giudice che ha fatto rilevare tale inconveniente gli si risponde: “…pazienza”.

 Ore 16:40.

Sono in pedana per  iniziare il mio 4° turno.

Appena pochi secondi dal comando di “A Voi”, ricevo quello di “Alt” da parte del giudice perché gli abbinamenti delle squadre non risultano corretti con il turno che stiamo disputando. Al giudice risulta negli stampati un abbinamento, mentre in quelli ufficiali dati al tecnico, accompagnatore dell’altra squadra, risultano altri abbinamenti. Non si sa  cosa  fare.

Visibilmente spazientito mi tolgo la maschera e alzando sensibilmente la voce protesto dicendo: “L’organizzazione del Torneo è vergognosa. A quasi due ore dall’inizio della gara, continui contrattempi e ritardi mi hanno permesso di disputare solo cinque assalti. Per 5 minuti effettivi  di gara solo 5 assalti,  per una media  di più di 20’ per  tirare una  singola  stoccata. I più  fortunati,  non avendo ancora fatto il turno di riposo e incontrando la squadra composta dal singolo atleta possono aver tirato, fino ad ora, una decina di  stoccate. Così facendo non si ha il minimo rispetto per noi atleti impegnati nella competizione”.

Il mio monologo ammutolisce la sala e viene palesemente accolto con  favore dalla maggior parte delle persone presenti.

L’atmosfera è pesante. Per l’errore dei tabulati, non trovandosi la spiegazione, si fa finta di niente e si inizia a tirare di nuovo.

 Ore 17:00.

Finisco il mio  4° turno.

Un atleta mi viene incontro, stringendomi la mano e dicendo di appoggiare le mie esternazioni. Un altro ancora mi dice: “Bravo, hai fatto bene”. Mentre faccio stretching al polpaccio un po’ contratto, sono vicino a me un gruppetto di tre atleti, li sento parlare; sono completamente d’accordo su quanto prima avevo esternato ad alta voce, asserendo che avrebbero detto le stesse cose ma che impossibilitati a farlo perché sono militari.  Io intervengo,  ricordando loro che sono prima uomini, poi atleti e poi  militari. Uno di loro mi risponde: “lo  so….hai ragione”.

 Ore 17:30.

Finisco altri 3  turni.

 Ore17:35

Viene chiamato l’8° turno. La pedana 3  sulla  quale  tiro è in penombra, la luce su  questa pedana è al limite dell’accettabile perché fuori non ha fatto ancora buio, altrimenti la luce della sala non  sarebbe sufficiente.

Un ragazzo della categoria allievi si avvicina chiedendomi, vista la mia esperienza, se fosse mai possibile organizzare un torneo peggiore di questo. Gli rispondo che sarebbe molto difficile, ma lo avverto che al peggio non c’è mai fine.

Intanto la pedana 2, accanto alla mia, a volte suona, a  volte no…atleti e giudici si accordano per continuare a tirare “facendo attenzione”.

Intanto do un’occhiata alla sala intorno a me. Conto tra genitori, tecnici, giudici e addetti ai lavori 28 persone. Catalogandoli con tutta la mia buona volontà al ruolo di “pubblico”, complessivamente la gara è seguita da 28 persone, 29 con l’armiere.

Considerando che la competizione racchiude tre diverse categorie (Senior - Junior - Allievi) e che si  stanno disputando due Campionati Italiani ed un Trofeo Nazionale, concludo che l’affluenza è  misera e  che si dovrebbe far molto, molto di più a livello organizzativo.

 Ore 17:45.

Finisco  l’8° turno

 Ore 17:47.

Siamo chiamati per iniziare il 9° turno. Il giudice ci dice di aspettare. Alla pedana 1 il 9° turno era  già finito (vi era la squadra composta da un solo atleta), mentre sulle altre pedane si doveva ancora finire il turno numero 8; ma non è la prima volta che succede durante il torneo. Noto che il giudice, pur essendo stato avvertito di non iniziare, ha fatto svolgere ugualmente l’incontro, al termine del quale ha esclamato: “.…e adesso andiamo a  prendere un caffè!”

Comincia il 9° turno. Mi accorgo che ancora chiamano in pedana l’atleta Pioppo, assente dall’inizio del torneo per infortunio dopo il nuoto, gli atleti rispondono spazientiti che non è mai stato presente; è dall’inizio del torneo che si ripete questa scenetta.

 Ore 18:00.

Finisce il 9° turno.

Sento altre  lamentele. Anche la pedana 4 è in ombra ed in più suona la pedana. Noto che il pubblico ha  subito un incremento di una decina di  persone. Mi spiego il perché di questo inaspettato afflusso: la prova femminile di scherma è terminata  (beate  loro!).

 Ore18:05.

Inizio il 10° turno. La pedana suona. Cambiamo pedana e ci attacchiamo alla n° 2; questa è  migliore perché a volte suona toccando per terra, ma a volte no. Ci dicono che non ci sono pedane disponibili e di  iniziare a tirare.

Al  primo incontro della tornata  mi si oppone  Vitali, categoria Allievi.

Vi descrivo l’azione: sul mio passo avanti affondo in tempo, Vitali cerca di parare di quarta, ma mentre la mia stoccata arriva in pieno petto, lui compie una parata istintiva, molto larga ed in  ritardo; la sua punta sbatte contro la pedana, lontanissima da me. L’apparecchio suona  dietro di me, mi tolgo la maschera convinto della stoccata a mio favore ma l’arbitro, posizionato erroneamente rispetto alla nostra posizione ( mi era dietro, di spalle, con la visuale completamente coperta) non vede la plateale stoccata sulla pedana assegnandola valida al mio avversario. Esorto il mio avversario a ripetere la stoccata, ma Vitali mi dice che in questi casi decide l’arbitro e che comunque: “non si regala niente a nessuno”. Gli stessi compagni di squadra gli fanno notare che la stoccata è a terra; c’è  molto imbarazzo nella sala tra i  suoi accompagnatori ed i suoi stessi compagni. Il giudice è irremovibile, pur non avendo potuto vedere lo svolgimento corretto dell’azione, complice la sua errata posizione, assegna la stoccata. Il mio risentimento è stato grande perché, dico allo stesso Vitali, pur non essendo la stoccata di grande importanza ai fini della mia gara (per me era solo un allenamento), ad amareggiarmi era il modo con cui mi era stata  tolta, con comportamento decisamente antisportivo e deprecabile. Ne è nata un’animata discussione per alcuni minuti. Ho anche detto al giudice che si notava la sua inesperienza sottolineando il suo errore plateale e che a mio avviso era palese che avesse arbitrato non più di due gare; mi ha risposto risentito:”Guarda che ho arbitrato anche l’Open”. Nella mia analisi avevo sbagliato di una gara ma ho capito che era meglio lasciar perdere.

 Ore 18:35.

Finisco il 10° turno.

Comincio subito il turno n°11 sulla pedana 2. Questa pedana, oltre a  suonare per terra, ha il sonoro dell’apparecchio che non funziona.

E’ il mio turno, salgo in pedana e contro il mio avversario faccio uno strappo alla regola: tiro una angolazione sotto il polso (ad inizio torneo mi ero in posto di portare solo stoccate in tempo usando l’affondo o il passo avanti affondo). Io, essendo di spalle  all’apparecchio, non mi giro ma mi accorgo di  aver toccato ma, per ogni evenienza, rimango nella posizione di guardia; il mio avversario, correttamente, si toglie la maschera dicendo al giudice (lo stesso inesperto di prima), ignaro della stoccata, che si era accesa la luce che assegnava a me la stoccata. Il giudice, che non si era accorto di nulla, rimane per alcuni secondi indeciso sul da farsi, ma fortunatamente, in quel momento, il direttore di torneo si trovava presente e avendo seguito l’azione ha confermato al giudice la validità della  stoccata.

Mi chiamano subito per l’incontro successivo alla pedana 3; adesso questa  pedana è quasi al buio essendo insufficiente la luce della sala. Chiediamo di cambiare pedana; ci portano sulla pedana n° 4, ci colleghiamo ma suona per  terra. Ci spostiamo alla  pedana 5. Finalmente tiriamo

 Ore 18:40.

Finisco il turno 11; non appena  terminato l’assalto mi chiamano immediatamente per il primo incontro del 12° turno sulla pedana 3. Io ed il mio avversario facciamo rilevare che la pedana non ha luce sufficiente per disputare l’incontro; il giudice vuole farci cominciare perché non ci sono pedane disponibili e meno che mai funzionanti, ne nasce una discussione. Altri  atleti si avvicinano sostenendoci e facendo presente che era impossibile tirare su quella  pedana, alcuni anche molto risentiti perché avevano subito delle stoccate anche per colpa delle zone d’ombra.

Interviene il direttore di torneo dando disposizione al giudice di chiamarci in pedana e far partire il  minuto di tempo, pena la sanzione con conseguente perdita della stoccata. Il giudice non sentendosela di applicare la disposizione del direttore di gara rimaneva decisamente in imbarazzo, mentre io lo esortavo a far partire il minuto per la successiva sanzione a nostro carico, ma si doveva sapere, in un eventuale reclamo, che venivamo sanzionati  perché l’illuminazione della pedana era insufficiente.

Alla fine il buon  senso prevale. Ci spostano di  pedana

 Ore 19:05.

Ha termine il torneo.

Un altro ragazzo giovane avvicinandosi mi  dice:  “…complimenti,  hai ancora la voglia di andare  avanti”.

Mentre dirigo verso lo spogliatoio si avvicina Valerio Quinzi, un  ottimo ragazzo, e  mi dice:  “…sai  Gianni prima ho fatto una cosa per te, ricordandomi di quello che ti era accaduto nell’incontro con Vitali; durante un assalto ho toccato per terra, l’arbitro mi aveva assegnato la stoccata, ma ho dichiarato che non era valida e l’ho fatta ripetere”.

Mi faccio la doccia. Mi vesto ed esco dallo spogliatoio, incontro  Vitali. Imbarazzato e visibilmente  dispiaciuto mi chiede scusa per l’episodio di prima e mi stringe la mano. Apprezzo e lo porto fuori, parliamo un po’ mentre mi spiega perché, durante il torneo, si era comportato in quel modo. Noto che è un bravo ragazzo; tra le cose che gli dico, gli confido la mia idea di sport ed i valori che devono accompagnare un atleta….sembra recepire e capire. Mi fa  piacere.

RIFLESSIONI

 

Un torneo decisamente da dimenticare. Anzi, mi sbaglio, da ricordare più che mai come monito per il futuro. Nella mia carriera sportiva mi ricordo organizzazioni decisamente disarmanti, ma come questa veramente mai. Ricordo, ad esempio un torneo di scherma qualche anno fa, uno degli ultimi disputati nella struttura praticamente semi-abbandonata di Riano; rammento il caldo insopportabile della sala (eravamo sotto un enorme pallone di plastica infuocato dal sole) unito all’odore delle feci di animali (cani?gatti? non l’ho mai appurato) che si potevano osservare tra una pedana e l’altra. Ma,  nonostante  tutto il torneo andò avanti senza intoppi.

Ma la disorganizzazione e l’organizzazione di questo ultimo torneo di  scherma hanno raggiunto un livello limite. Su 13-14 pedane presenti,  all’inizio solo otto erano state dichiarate funzionanti.  Questo spiega il fatto dell’accorpamento degli atleti in squadre da tre. Per 35 atleti iscritti al torneo di scherma (in realtà 34, Pioppo non ha mai partecipato al torneo), bisognava avere 17 squadre da due ed 1 da uno (sempre contando Pioppo). In questo caso bisognava avere almeno 9 pedane funzionanti (o 9 arbitri disponibili), non ci sarebbe stato il turno di riposo ed il torneo sarebbe stato molto più veloce e “snello”. Nel caso l’organizzazione avesse apportato tempestivamente le modifiche degli atleti assenti si potevano addirittura usare le sole 8 pedane disponibili con il turno di riposo per la 17°  squadra. O se si voleva mantenere ad ogni costo la  formula a tre per squadra,  sarebbe bastato inserire l’atleta che figurava da solo in una delle due squadre composte da solo 2  atleti, riducendo a 12 il numero delle squadre eliminando, così, il turno di riposo. Non mi spiego come una comunicazione data alle 8:00 del  mattino inerente alle assenze degli atleti  non abbia indotto l’organizzazione ad apportare le necessarie modifiche per un ragionevole e sensato accorpamento delle squadre.

Anche concedendo la obsoleta formula delle squadre a  tre, non riesco a  capire  come in 7 ore non si sia potuto immettere nel programma di un computer le necessarie modifiche da apportare per un ragionevole svolgimento del torneo.

Eppure eravamo 35 atleti e non 235 come avviene nelle gare di sola scherma.

Prendendo come buono l’errato accorpamento fatto dall’organizzazione per la gara, il risultato è stato sconcertante: più di 4 ore per tirare 33 stoccate. Facciamo un rapido calcolo: 34 concorrenti per 33 stoccate sono in totale 1122 stoccate  - dividendo il  numero delle stoccate per quello delle pedane disponibili (8) si ottiene il numero delle stoccate tirate su ogni pedana 140,25  - supponendo che per ogni stoccata sia stato necessario impiegare tutto il minuto disponibile  (così prendiamo in considerazione eventuali eventi imprevisti possibili in ogni torneo), si divide 140,25 per 60 (1h) fornendoci il risultato del tempo necessario per disputare ogni assalto nel limite massimo; esce fuori che il tempo necessario è di 2h e 23’.

A conti fatti più di 1h e 40’ di ritardo.

Per quanto riguarda l’allestimento della sala di scherma non ne ricordo mai una in condizioni  simili. Eppure prima di una gara si dovrebbe fare un sopraluogo, aggiustare il materiale difettoso e rendere efficiente il sistema rulli – apparecchi – pedane nell’interesse di un regolare svolgimento della gara, mettendo gli atleti nelle condizioni di rendere al meglio e aiutare i giudici di gara nel  loro difficile compito di valutazione. Alla luce di queste indiscutibili considerazioni il torneo appena svoltosi era lacunoso in tutti questi aspetti. Qualsiasi materiale di ricambio era assente, 8 pedane disponibili su 13 delle quali 3 non erano isolate e quindi suonavano per terra, 2 avevano luce insufficiente (una era praticamente al  buio) e altre 3 non avevano il sonoro in caso di stoccata. Una situazione veramente imbarazzante, considerando il fatto che nell’occasione si disputavano un Trofeo Nazionale della massima categoria(Senior) e ben due Campionati Italiani (Junior ed Allievi).

E’ anche da segnalare che il mio materiale non è mai stato controllato, come quello dei miei avversari. Chiunque può aver tirato agevolato, anche a sua insaputa, da una  spada che non reggeva il peso o inesatta alla misura dello spessimetro, aggiudicandosi o subendo stoccate irregolari. Sommando queste mancanze alla gran parte degli incontri disputati su pedane che presentavano molte irregolarità di funzionamento, è da porre seriamente in dubbio la regolarità  di tutto il torneo di scherma.

Inoltre, le numerose discussioni avute durante il torneo su stoccate di  dubbia regolarità, complici le pedane difettose non hanno certamente facilitato i giudici nel loro compito. Le continue complicazioni incontrate sul campo di gara hanno anche determinato nello svolgimento del torneo irregolarità palesi e grossolane; ad esempio il turno di riposo fatto osservare alla  squadra sbagliata con conseguente confusione  nella successione degli incontri; lo sfalsamento dei turni, squadre che iniziavano o finivano il turno successivo mentre altre dovevano finire il precedente. Ed ancora l’irregolarità,  anche se formale, della squadra mista Senior e Junior presentata come “Carabinieri”, diventano tutti elementi che concorrono a formulare un giudizio di dubbia regolarità della gara. 

Inoltre è da segnalare la non idonea preparazione di qualche arbitro. Ho notato molta “faciloneria” in tante occasioni, complice il clima da “edizione paesana” (passatemi il termine) che i continui inconvenienti provocati dalle apparecchiature hanno contribuito a creare. Una situazione surreale al limite del grottesco; azioni scorrette non opportunamente sanzionate, atteggiamenti inopportuni in  pedana di qualche atleta (soprattutto giovani), stoccate assegnate platealmente non valide.

Molto probabilmente il sentire comune di atleti, giudici e allenatori è stato ad un certo punto il pensare: “Speriamo che questa “parodia  schermistica” finisca presto…il  più presto possibile.

Ho fatto attenzione ai volti dei pochi genitori presenti; alcuni avevano espressioni veramente sconcertate dal luogo e dal clima della competizione, altri, addirittura si sono uniti,  in modo molto civile, alle proteste di qualche atleta, comprese le mie.

Gianni Caldarone