Riceviamo
e pubblichiamo la seguente lettera che per conoscenza inviamo
all'indirizzo del Presidente Federale.
"Prendo
spunto da un articolo pubblicato su www.assipenta.it
inerente al numero di Società sportive di Pentathlon Moderno presenti sul
territorio.
In effetti dalla fine degli anni novanta si è assistito al moltiplicarsi
di Società con sedi in tutta Italia a fronte di una forte diminuzione del
numero di praticanti, calo sostanzialmente costante dall’inizio del 2000
ad oggi.
La scorsa settimana si sono disputati a Roma i Campionati Italiani delle
categorie Ragazzi/e ed Allievi/e. Giovani atleti che dovrebbero
rappresentare il futuro del Pentathlon Moderno Italiano.
I numeri sono a dir poco sconfortanti: 9 partecipanti cat. Allieve – 14
Allievi – 18 Ragazze – 32 Ragazzi, per un numero complessivo di un
totale di 73 atleti che coprono un’età compresa tra i 14 ed i 18 anni.
Il Campionato Italiano Junior disputatosi nel 2010 presentava nelle cat.
Femminile 4 atlete (di cui solo 3 hanno disputato la prova di
equitazione), ed in quella maschile 10 atleti (di cui solo 4 hanno
disputato la prova di equitazione). Un numero così basso di partecipanti
da rendere necessaria una modifica al regolamento e quindi accorpare le
categorie per raggiungere un numero minimo di partecipanti.
In questi ultimi anni è diventata regola per consentire le competizioni
con un numero apprezzabile di atleti tanto nelle categorie giovanili che
in quelle Senior.
La situazione è a dir poco imbarazzante se si vanno a contare gli atleti
della categoria Esordienti/A: 22 femmine e 18 maschi in occasione
dell’ultimo Campionato Italiano, disputatosi a Lignano Sabbiadoro
l’11/04/2010.
Facendo un rapido calcolo abbiamo in Italia circa 90 atleti, che coprono
le categorie Ragazzi, Allievi e Junior; sommando anche quelli Senior, oggi
in attività si hanno circa 110 atleti in tutto il territorio nazionale.
150 atleti totali, dalla categoria Eso A alla categoria Senior, tra maschi
e femmine: un numero che si commenta da solo.
Nelle categorie promozionali, le quali dovrebbero costituire il grande
serbatoio di uno sport la situazione non migliora: nel 2010 in tutte le
categorie promozionali ( 8 categorie tra maschi e femmine) si va dalla
Manifestazione Nazionale Avviamento di Lignano, che presenta circa 70
partecipanti tra bambini e bambine, ad un massimo di 150 nella
Manifestazione Nazionale di Civitavecchia.
Stando ai partecipanti delle gare nazionali, il movimento Pentathlon
Moderno in Italia conta in totale, tra tutte le categorie, dai Pulcini a
quella Senior, un numero di circa 300 atleti.
Volendo fare un paragone, si pensi che la FIN ai Campionati Regionali del
Lazio nella sola categoria Eso A femmine, unicamente nella distanza dei
100m stile libero, ha presentato 233 atleti e in quella maschile 205.
Migliaia di nuotatori per 90 società di nuoto laziali affiliate alla FIN.
Nel Pentathlon Moderno la situazione è molto diversa. Circa 300 atleti
per 92 Società effettivamente partecipanti a manifestazioni Nazionali
della FIPM, una media di 3,2 atleti per ogni Società.
Inoltre, considerando che una Società come l’Athlion, annovera per
tutte le categorie circa 70 atleti che gareggiano, la media scende a 2,5
atleti per Società, ovvero una media che non permette neanche di
presentare una squadra in una sola categoria.
Una media che non permetterebbe a nessuna Società, se non militare, di
poter finanziare i costi annuali della sola affiliazione alla FIPM,
figuriamoci l’attività sportiva di un anno, considerando che i
contributi alle Società da parte della Federazione sono pressoché uguali
a zero.
Questa media per le Società che fanno il Pentathlon Moderno cosiddetto
“agonistico” si riduce vertiginosamente, considerando solo i 150
atleti che hanno disputato le gare dalle categorie Esordienti/A a quella
Senior.
Dividendo il numero degli atleti per le 92 Società che hanno partecipato
a gare della FIPM si ha una media a dir poco sconcertante: 1,6 atleti per
ciascuna Società.
Allora mi chiedo e chiedo al Presidente Lucio Felicita che senso ha tutto
questo?
L’ultimo Campionato Italiano delle categorie Allievi e Ragazzi ha
dimostrato che la quasi totalità dell’attività giovanile ha sede nel
Lazio e quasi esclusivamente nella provincia di Roma.
Pochissime realtà come le Società Athlion, quelle di Modena, Torino,
Trieste, Asti, e altre due o tre in Italia praticano in maniera autonoma
il Pentathlon Moderno; la quasi totalità delle Società laziali sono
accorpate nell’attività dei centri Federali di Roma e Montelibretti.
Ma in tutti questi anni si è parlato di decine di Società nelle Marche,
in Puglia, in Campania, in Sicilia regolarmente affiliate e quindi
certificate dalla FIPM. Ma tutti questi atleti non li ha mai visti
nessuno. Forse nelle categorie di propaganda ed avviamento c’è stata
qualche apparizione di qualche bambino che ha gareggiato nei 25m o nei 50m
stile libero e nelle rispettive distanze nella corsa forse una volta
l’anno a livello nazionale.
E’ stato anche “propagandato” che durante questi anni ci sono stati
Campionati Regionali pugliesi, campani, siciliani ai quali però nessuno
che io conosca (ed in 30 anni di Pentathlon Moderno conosco tutti o
quasi), ha mai assistito ne ha potuto visionarne le classifiche. Ci sono
solo delle notizie di queste gare, ma nelle gare nazionali moltissime
delle Società che sono state affiliate non hanno mai presentato nessun
atleta nelle manifestazioni nazionali.
E’ mai possibile che il nostro Statuto Federale dia la possibilità ad
una Società che presenti una sola volta in un anno un bambino in una
categoria, anche non agonistica e regionale, ad avere diritto di voto e
quindi lo stesso peso di una Società che faccia realmente Pentathlon
Moderno, come ad esempio le Società sportive militari o come quelle
pochissime civili prima menzionate che hanno atleti in quasi tutte le
categorie e presenti in tutte le gare del calendario annuale nazionale?
Non lo trova, Presidente, profondamente ingiusto?
Elargire il diritto di voto così a buon mercato non è una questione di
democrazia, ma fondamentalmente di meritocrazia ed una democrazia senza
meritocrazia è falsa e zoppa. Oggi vige un sistema di voto che non premia
assolutamente i risultati, l’impegno ed il lavoro di chi realmente opera
nel Pentathlon Moderno.
E’ giusto che, come lo statuto Federale permette, una stessa sede possa
essere casa di decine di Società di Pentathlon Moderno ?
Facendo riferimento alle Società della FIS e della FIN ogni Società deve
svolgere l’attività in una sede non condivisibile; sostanzialmente
devono operare in una propria palestra o in una propria piscina, rendendo
impossibile l’accorpamento di più società negli stessi spazi. Nella
FIPM accade esattamente il contrario.
Domando al Presidente Felicità se, a fronte di dati numerici oggettivi
che evidenziano lo scarsissimo movimento del Pentathlon Moderno in Italia,
sia opportuno privare gli atleti, gli allenatori e coloro che operano
seriamente, di quelle somme destinate per lo svolgimento dell’attività
del PM.
A tal proposito ho riscontrato sugli organi d’informazione la
correttezza della notizia secondo cui la FIPM si impegna con un
investimento pluridecennale a finanziare un centro a Pesaro che priverebbe
ogni anno l’intero movimento nazionale di più di ¼ della somma
messa a disposizione dal CONI. Non sarebbe più opportuno utilizzare i
soldi, destinati dal CONI al fine di assicurare l’attività del
Pentathlon Moderno, per aiutare quelle Società che, con enormi sacrifici,
praticano seriamente il Pentathlon Moderno, aiutandole finanziariamente,
incentivandole con sistemi meritocratici e attuando insieme a queste un
programma che rilanci il Pentathlon Moderno a livello nazionale,
investendo nel reperimento dei ragazzi nelle scuole, nella formazione di
tecnici preparati, nell’attività sul campo e in centro studi che
raccolga dati e parametri per lo sviluppo a 360° di questa disciplina.
Perché spendere nella costruzione ex novo di un impianto a Pesaro, dove
l’attività del PM è pressoché inesistente, in quanto sono annoverate
solo Società “fantasma”: non c’è gara nazionale dove si vedano gli
atleti pesaresi, all’infuori di Cordella e Vitali tra l’altro
tesserati con società Laziali.
Inoltre Presidente, vorrei sapere come considera la seguente questione: io
vedo in tutta l’operazione un enorme conflitto di interessi in quanto
non c’è nulla, ma proprio nulla che giustifichi un impegno economico
così ingente in una località di provincia, la Sua cittadina, dove non
c’è alcun movimento di Pentathlon Moderno all’infuori di queste
Società che non hanno atleti.
Milioni di Euro per portare alla luce un centro che forse sarà operativo
tra moltissimi anni, fondi tolti ad un movimento sportivo già gravemente
claudicante a causa delle somme che mancano per la normale gestione di
quello che oggi si ha.
Perché investire a Pesaro, in una località dove oggi il Pentathlon
Moderno è quanto mai latitante e non investire dove è già presente, e
non riesce a decollare anche perché non vi sono fondi sufficienti.
Ritornando alle Società in Italia mi piacerebbe realmente visitare i
centri di Pentathlon Moderno e conoscere i tecnici e gli atleti pesaresi,
come quelli pugliesi, siciliani e campani.
Mi piacerebbe confrontarmi e parlare con loro di Pentathlon Moderno per
rendermi conto dell’effettiva competenza, perché Lei sa che chi come me
è da una vita in un settore, gli basta qualche minuto per capire se chi
ha davanti è realmente competente o no.
Io, ad esempio, con Lei, sapendo le Sue competenze, parlerei di Pentathlon
Moderno, ma non mi avventurerei mai a discernere di stabilimenti balneari.
Come Presidente, La inviterei a rivedere il sistema elettivo che riassumo
in: una Società - un voto. Non la ritengo solo un’anomalia tecnica ed
un sistema di voto iniquo, ma penso sia anche un problema etico e morale.
Come permettere di avere lo stesso peso elettivo ad una Società a cui
basta prendere un ragazzino, anche sedentario e abituato solo a giocare
con la Play Station, chiedergli per una volta di nuotare per 50m e correre
per 400m (anche solo in una competizione regionale), per essere annoverata
come una Società con pieno diritto di voto e contribuire così a
determinare la politica del PM di un quadriennio olimpico ed a livello
nazionale?
Come giustifica tutto ciò a coloro che lavorano seriamente nelle Società
di PM?
Converrà con me che questo è un sistema ingiusto e meritevole di una
seria riflessione. E le chiedo anche se una qualsiasi carica federale,
determinata da un sistema elettivo così strutturato, può venire in
qualche modo sminuita a causa del voto di Società che non hanno un
“curriculum vitae” così limpido e chiaro, ma ugualmente ammesse al
voto federale.
Come vede Presidente il problema delle Società non è un problema da poco
o da sottovalutare, perché è dal voto delle Società che si determina la
dirigenza federale, e quindi è opportuno che i controlli di una
Federazione siano puntuali e severi nei confronti di un’ A.S.D., prima
di concederle lo Status di Società ed affiliarla con tutti i diritti che
le competono.
Trovo inoltre singolare che un impegno economico così gravoso per la
FIPM, come la costruzione dell’impianto di Pesaro, debba essere portato
a conoscenza solo in seguito ad un articolo comparso sul sito www.assipenta.it,
senza che prima di tale pubblicazione quasi nessuno fosse a conoscenza di
un progetto così gravoso, che di fatto influirebbe in negativo
sull’attività futura di tutti coloro che fanno parte del mondo
del Pentathlon Moderno.
Atleti, allenatori e Società subirebbero ulteriori privazioni a causa di
un’ulteriore decurtazione del budget federale per finanziare il centro
di Pesaro. Il 2009 e il 2010 si sono rivelati anni molto negativi: una
scarsa attività internazionale a livello Senior, nulla a livello
giovanile; premi per gli atleti annullati, gare nazionali ridotte al
lumicino, inadeguato sostegno per le Società di Pentathlon Moderno,
formazione tecnica nulla, attività di studio e ricerca inesistente,
rimborsi negati agli atleti nazionali.
Tutto questo giustificato dalla Federazione per mancanza di fondi. Ma
allora come pensare ad un miglioramento di tale situazione se ci
apprestiamo a versare un’ampia fetta delle risorse economiche federali
come rata annuale per la costruzione di un centro a Pesaro?
E’ solo una mia impressione o la politica federale continua a
considerare le Società solo come appendici, private di ogni capacità
decisionale, non chiamandole mai a far parte di una qualsiasi decisione
federale o quantomeno a fornire elementi per un orientamento delle scelte
federali?
Può un progetto così oneroso e gravoso per l’intero movimento essere
tenuto inaccessibile alle Società e alle persone che non hanno incarichi
all’intermo della federazione?
E’ morale mantenere ai margini di tale decisioni quelle Società che di
fatto costituiscono l’essenza e la forza della FIPM, che rappresentano
le singole cellule dell’intero sistema federale?
Queste sono solo alcune delle molte domande che io, Gianni Caldarone, mi
pongo come atleta, allenatore e uomo di sport che ha a cuore il destino
del Pentathlon Moderno."
Gianni Caldarone
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