Non solo critiche

Ciao Simone,
sono stato molto contento di leggere la tua risposta sul sito che, come hai detto giustamente tu, è diventato il sito di riferimento del P.M. non solo per gli italiani ma anche per gli stranieri che si interessano delle “news” nazionali inerenti al nostro sport.

Esordisco col dire che reputo Modena una delle pochissime realtà esistenti in Italia in cui si pratica veramente la disciplina del Pentathlon (infatti dimostrate di avere atleti in tutte le categorie), dove si pensa realmente al futuro, promuovendo la nostra disciplina e proponendo spesso idee innovative (troppo spesso non ascoltate dagli organi centrali) con nuove strade da intraprendere per la divulgazione del P.M.

Condivido con te quando dici: “se questo è l’inizio di un progetto di più ampie vedute, che ha come scopo iniziale la diffusione e la conoscenza del Multi-sport…”; può essere una (ma assolutamente non la sola) delle strade percorribili.

Ma allora è bene affrontare questo tema più approfonditamente, considerando diversi punti cardine del problema di divulgazione e reclutamento.

Terminato il periodo “d’oro” dei successi olimpici, i cui effetti hanno supportato il P.M. fino alla metà degli anni 90, la “divulgazione del P.M. è un argomento a cui non è mai stato dato il giusto rilievo sottovalutandone la reale importanza. Ci si è sempre trincerati dietro l’alibi di uno sport “povero”, quindi con poco denaro e con pochi mezzi a disposizione che rendeva impossibile intraprendere progetti adeguati per far fronte a qualsiasi esigenza.

A mio avviso il problema non si esaurisce affatto con la tesi della “disponibilità  e dei mezzi” ma deve essere affrontato in termini di “capacita” da parte degli addetti ai lavori, in primis l’organo centrale, che devono possedere abilità e competenza organizzativa, divulgativa, gestionale e di Marketing. E’ vero che il Pentathlon Moderno è a tutti gli effetti relegato nella cerchia degli sport “minori”, ma questo è un discorso che nasce con la disciplina stessa e da decenni si è a conoscenza di tale situazione, non è un fatto di ieri. Se da una parte il CONI finanzia sempre meno gli sport di seconda e terza fascia (come il nostro), causa la crisi economica dell’ente iniziata con gli anni 90 ed ancora attuale, ed i costi sono sempre maggiori con ricavi praticamente inesistenti, dall’altra è stato ed è un errore ragionare in termini di assistenzialismo. Piangersi addosso e perpetuare nella tesi delle poche sovvenzioni non è più accettabile. Sin dalle prime avvisaglie si doveva correre ai ripari, ragionare in chiave “aziendale” con progetti pensati per arginare e far fronte a questa crisi che attanaglia il nostro movimento fin dagli anni 90, e aggravatasi esponenzialmente in questo ultimo decennio.

In tutti questi anni non ricordo una sola e valida iniziativa da parte della nostra Federazione intesa  a far conoscere la disciplina del P.M. alla gente, operando in larga scala; non si è mai pubblicizzato il nostro sport accostandolo ai grandi temi sociali con l’organizzazione di congressi, seminari o manifestazioni che promuovessero la disciplina del Pentathlon come prevenzione, salute e benessere; mai nessuna iniziativa nel sociale ad es. come metodo educativo e ludico per i giovani e come strumento per salvaguardarli dall’alcool e dalle droghe; mai un progetto che prendesse in considerazione una divulgazione capillare negli istituti scolastici e nei ritrovi più frequentati dai giovani. Mai una sforzo divulgativo che contemplasse ogni forma di Media (giornali, riviste, radio,Tv) e di campagna pubblicitaria (dal volantinaggio all’affissione di locandine presso bacheche mirate di Enti, Scuole ed Università). In tutti questi anni non si è saputo promuovere ed organizzare nella capitale, sede della FIPM, un solo evento sportivo e/o sociale che ricorra annualmente e che ricordi ai cittadini la disciplina del Pentathlon Moderno.

Il  Pentathlon non  è affatto in salute anzi è  profondamente malato ed è per questo che non è più accettabile pensare a forme di “assistenzialismo”, ma sarebbe opportuno ragionare in chiave “aziendale” e di Marketing. Ma per far questo è necessario un movimento unito e uomini che pensino con ingegno e lungimiranza; ad oggi nulla di tutto questo.

 Personalmente non sono più disposto a far sconti e giustificare (non l’ho mai fatto) questa linea di condotta dell’intero movimento del P.M. Un movimento la cui vita si regge praticamente sul “volontariato” di allenatori di turno e addetti ai lavori, mossi dalla passione per lo sport e dall’attaccamento a questa disciplina ma completamente scollati tra di loro e privi del più banale progetto di risanamento di uno sport la cui organizzazione è sempre più claudicante. Ed è per questo  che non si può più far finta che vada tutto bene quando la massima manifestazione nazionale giovanile di P.M. conta poco più di 500 partecipanti di età compresa tra i 7 ed i 16 anni per rappresentare 10 categorie diverse (maschili e femminili).

Come non si può stare in silenzio ma bisogna indignarsi e denunciare a gran voce quando si assiste ad una gara nazionale come quella disputatasi il 5-6 maggio a Civitavecchia, dove la totalità dei presenti si è indignata per il livello dell’organizzazione; se si intende affidare ancora a queste persone incarichi di organizzazione e di  promozione, il Pentathlon ha già perso la partita.

 Vorrei non dare adito ai “benpensanti” di additarmi come una persona capace solo di criticare, anche se il mio intervento più che una critica è una denuncia di stati di fatto e situazioni oggettive. Mi piacerebbe che qualcuno provasse a dimostrare il contrario, almeno per  aprire un dibattito ed un  confronto libero ed aperto che in verità manca da troppi anni. E comunque sarebbe positivo sentire e poter leggere pensieri di voci nuove, considerato che questo è il sito letto da tutti gli atleti, allenatori, dirigenti e addetti ai lavori, e personalmente sono convinto ci sia tra loro anche il presidente Felicita.

Elenco una serie di proposte che potrebbero essere da spunto per la nascita di un progetto che abbia finalmente a cuore il futuro ed il benessere del Pentathlon, anche se sono sicuro che i collaboratori di cui si avvale hanno già formulato pensieri e metodiche molto più approfondite e raffinate.

 1) Coinvolgimento (reale) di tutte le società  e soprattutto delle vere società di P.M. al progetto di promozione ,divulgazione del P.M. e reclutamento degli atleti

 2) Fissare i punti nodali e le strategie collettive da intraprendere per un comune piano d’azione  diretto e supportato adeguatamente dall’organo centrale

 3) Adoperarsi per un rapporto aperto e di fiducia tra le società coinvolte nel progetto e l’organo centrale per una collaborazione basata su un libero scambio di idee e di informazioni

 4) Definizione e suddivisione dei compiti tra le Società per un’ottimizzazione degli impegni e degli sforzi al fine del conseguimento degli obiettivi

 5) Riunioni periodiche tra tutte le Società aderenti al progetto e la Federazione per aggiornarsi sull’andamento del progetto, sulle novità e sui progressi raggiunti ed eventuali cambiamenti da apportare

 6) Suggerire e discutere sul materiale da impiegare ( libri, volantini e video, ecc. ), per potenziare l’opera di divulgazione e reclutamento

 7) Di fondamentale importanza è saper sfruttare al meglio ogni strategia. Sarebbe opportuno parlare in generale di “strategia di marketing” che per essere vincente deve necessariamente lanciare il migliore messaggio possibile ed utilizzare tutti i mezzi di comunicazione più validi.

 8) Un’efficace strategia di pubbliche relazioni rappresenta un altro ottimo mezzo per completare e meglio diffondere il messaggio di base. Un buon articolo pubblicato sulla rivista più appropriata può portare molte più domande di affiliazione di una semplice pubblicità: adottandoli entrambi, il risultato sarà sicuramente più significativo. Sfruttare le attività di pubbliche relazioni in occasione di competizioni, congressi, manifestazioni ed eventi, permetterà di attirare l’attenzione di potenziali affiliati.

 9) Un media sempre più utilizzato in Italia per la divulgazione è la rete delle reti: Internet. Tale mezzo di comunicazione ha reso immediatamente fruibile la conoscenza in quanto milioni di italiani utilizzano il Web per ottenere gratuitamente e velocemente informazioni su ogni tipo di opportunità. Avere un sito “aziendale” efficiente ed aggiornato è ormai un MUST per chiunque e farsi trovare e una preoccupazione costante per chi ha intenzione di allargare i propri orizzonti e la rete rappresenta un mezzo fondamentale. Il successo di questi portali nel mondo è evidente: gli utenti trovano un luogo virtuale che rende disponibile, in un colpo solo, centinaia di informazioni, offrendo la possibilità di fare confronti e ricerche mirate. In seguito, individuata l’opportunità più adatta, l’utente ha la possibilità di entrare in contatto direttamente con lo sponsor di qualsiasi iniziativa. Quest’ultimo ha la possibilità di aumentare notevolmente, la propria capacità di reclutare “affiliati”, trovandosi spesso a gestire numerose richieste di affiliazione.

La Federazione dovrebbe potenziare, e di molto, il sito ufficiale ad oggi ancora troppo insufficiente e lacunoso per stimolare l’interesse di potenziali utenti.

 10) La stampa, nazionale e locale, rappresenta un altro mezzo per il reclutamento. I costi più elevati vanno di pari passo con la diffusione della testata su tutto il territorio. Naturalmente non tutti i lettori saranno dei potenziali affilati, ma quelli che tra di loro leggeranno annunci o “Speciali” riguardanti il Pentathlon Moderno, potrebbero forse esserlo. Se non si cercano degli affiliati su tutto il territorio nazionale, si può fare pubblicità sulla stampa regionale o locale o piuttosto sulle edizioni regionali della stampa nazionale. Anche in questo campo è auspicabile una contemporanea attività di pubbliche relazioni.

Per evitare inutili sprechi di denaro nel settore dei mezzi di comunicazione, sarebbe auspicabile affidarsi a Consulenti esperti nel settore della divulgazione, i quali potranno consigliare e guidare l’interessato, non solo nella scelta del mezzo di comunicazione più efficace, ma indicare e consigliare per promuovere un valido piano di  divulgazione

 11) Accanto a questi più diffusi mezzi di comunicazione, gli affilianti, nel reclutamento di affiliati, hanno a disposizione altri strumenti e supporti come la Radio (importante è quella locale), la TV, l’e-mail marketing, il Numero Verde, la “free press”, i Seminari (destinati ad esempio ai giovani delle scuole), e Congressi specifici (ad esempio alimentazione e  sport) la partecipazioni ad eventi e iniziative varie. 

 12) Un cenno deve essere fatto agli effetti positivi del “passaparola”: un affiliato soddisfatto dei servizi offerti può trasmettere la propria positiva esperienza ad amici e conoscenti. Di qui l’importanza di un servizio quanto più organizzato ed efficiente possibile sia a livello Federale che societario (non più gare organizzate come Civitavecchia).
Le stesse sedi societarie possono diventare addirittura punti di divulgazione, indicando alle coloro che chiedono informazioni sul P.M. le sedi più comode e vicine al potenziale utente. Questo richiederebbe una sinergia tra la Federazione e tra le Società  ma ancora questo coordinamento e piano d’azione comune è totalmente assente.

 13) Promuovere un movimento Master di Pentathlon, purtroppo in Italia completamente assente e assolutamente non menzionato nei programma federale nazionale. E’ ampiamente dimostrato che in ogni sport i movimenti Master funzionano in modo efficace alla divulgazione della disciplina sportiva. Specificatamente per il P.M. potrebbe essere molto positivo considerando che comprende discipline sportive adatte per ogni età.

 14) Organizzare un evento annuale connesso con il Pentathlon ma affiancato ad una tematica sociale di ampia risonanza che possa attirare l’attenzione del pubblico. Nel tempo, rendere questo appuntamento ricorrente e che diventi di riferimento per i cittadini.

 15) Promuovere nuove e valide iniziative. Qualsiasi. Ad esempio un premio annuale che veda vincitore un atleta del mondo dello sport che si sia distinto oltre che per i risultati sportivi anche nel sociale, nella cultura, ecc. La FIPM potrebbe essere promotrice di tale evento magari avendo come partners Sponsor importanti e rappresentanze istituzionali (Comune,Regione, Stato).

 In un settore così vasto e dispersivo qual è quello dello Sport in Italia oggi, è necessario essere innovativi e non temere di chiedere aiuto e pareri agli esperti del settore e da chi milita nell’ambiente da molti anni.

Per concludere, è necessario programmare attentamente i vari interventi comunicativi ed organizzativi per raggiungere i due principali obiettivi del reclutamento degli atleti: generare richieste di affiliazione sia in termini di quantità che di qualità. La sfida può essere intrapresa solo se le modalità di reclutamento e di divulgazione si rivolgono al nuovo sistema culturale dei giovani d’oggi sapendone intercettare e decifrare le forme espressive e i nuovi bisogni che non sono più quelli degli anni 70 e 80. Solo così si può presentare ai giovani un  modello sportivo al passo con i tempi e che nel proporsi ridiventi competitivo, al pari di altri stimoli sociali, adeguandosi alla domanda di sport che oggi chiedono i giovani.

                                                                                                              Gianni Caldarone