Re: Promozione o deriva? |
Esaudisco subito il desiderio del Pres. Felicita che non tollera il “pressappochismo” rassicurandolo che questa lettera sarà un’ attenta analisi su quanto da lui argomentato nella lettera della Sig.ra Antonelli. Non
conosco personalmente Più
che la “lamentazione” riscontrata nella
lettera dal Pres. Felicita (il significato dato dal Vocabolario al termine
lamentazione: lamento lungo e noioso – lagna), riscontro una lamentela
concisa ed assolutamente opportuna in merito al fatto. Per
quanto riguarda la decisione attribuita al Consiglio Federale il 4
novembre e quindi a Suo dire antecedente alla rielezione, mi viene in
mente la storia dello struzzo che nasconde la testa sotto terra per non
farsi vedere; chi è stato ininterrotto Presidente della FIPM dal 1998 ad
oggi? Adesso vengo al punto, a mio avviso, più importante di questa vicenda e cioè sulla lettera di un genitore che scrive e di un Presidente federale che risponde. La
lettera della Sig.ra Antonelli comunica al lettore attento uno stato
d’animo deluso non solo dal fatto contingente ma un atteggiamento
disilluso nei confronti della realtà che oggi il Pentathlon Nazionale
attraversa. Nelle sue parole si coglie oltre che passione per questa
disciplina anche delusione ed aspettative tradite: “…….dare
voce a chi, praticante, addetto o semplice appassionato di questo sport,
è stato più volte mero spettatore di comportamenti, azioni e indirizzi
di coloro che dovrebbero gestirlo, promuoverlo, valorizzarlo e
“istruirlo”, ma che in realtà sono in netta divergenza con le
responsabilità del ruolo e non corrispondenti con gli interessi del
Pentathlon e con le aspettative dei giovani e meno giovani che praticano
con serietà e abnegazione questo sport o che soltanto ne sono
collaterali”. Sarebbe un errore considerare questa lettera solo uno
sfogo del momento, ma bisognerebbe considerare più attentamente quanto
denunciato e saper leggere tra le righe un malcontento ormai radicato
nell’intero movimento Pentathlon. Il Pres. Felicità nella sua lettera
di risposta non coglie questo aspetto delicato e fondamentale
dell’utente, interrogandosi su a che titolo intervenga Forse
sarebbe stato meglio riflettere di più sulle “infondate” e
personalissime analisi” della Sig.ra Antonelli che, forse, tanto
personali (nel senso di isolate) non sono. Comunque nella lettera di risposta non si legge nulla in merito alla domanda della scrittrice e cioè: “perché i Campionati italiani sono stati cancellati? “ e, aggiungo io, la motivazione riportata “…nella valutazione di diversi aspetti tecnici-organizzativi ha ritenuto di annullare…” ma che vuol dire? Concludo nel correggere un’affermazione riportata sulla lettera di risposta del Pres. Felicità. Dal 1998, data del suo insediamento a Presidente della FIPM, ad oggi il numero dei praticanti è sensibilmente diminuito. Basti pensare che in questi ultimi anni sia a livello nazionale che a livello regionale alcune categorie non vengono fatte gareggiare per mancanza di pentatleti. Oggi, nella categoria Senior Maschile e Femminili, ed in alcune categorie minori la competizione a staffetta non si può disputare per mancanza di partecipanti. Se sulla carta durante qualche anno il numero totale degli iscritti alla Federazione Pentathlon può essere aumentato di qualche decina di iscritti è indiscutibile che il numero di pentatleti veri è drasticamente diminuito perché dalle categorie dei più piccoli (11- 12 anni) sia ha una perdita del 90% fino alle categorie Senior e solo il 50% dei giovanissimi lascia con il passaggio alla categoria Ragazzi (14 anni). In particolare dal 1998 ad oggi gli Assoluti di Pentathlon Moderno, sia in campo maschile che in quello femminile, hanno subito un calo di circa il 50% degli atleti con punte del 65% negli anni 2002, 2003, 2004. Se un qualche piccolo e sporadico incremento c’è stato all’inizio di qualche anno agonistico, peraltro non assolutamente rilevante ai fini del movimento Pentathlon, è stato solo un incremento numerico di iscritti di giovanissima età che non ha assolutamente influito sul numero dei praticanti nelle categorie maggiori, anzi c’è stata, durante gli anni, una rilevante defezione che ha determinato insuccessi sia a livello quantitativo che qualitativo. Una mia precedente analisi fatta sul numero di partecipanti agli assoluti di Pentathlon Moderno dal 1984 al 2006 dimostra come in questi ultimi dieci anni c’è stata una massiccia defezione di atleti nel nostro sport ( l’analisi completa si può leggere su questo sito nell’articolo pubblicato nello spazio “ci scrivono” del 18/04/2007 con titolo “Analisi” ), defezione che comincia in modo massivo fin dalle categorie giovanili. Quindi
i convincimenti dell’autrice sull’abbandono di molti giovani di questa
disciplina non li trovo così infondati e lontani dalla realtà. Non è un
caso che dal 1996 ad oggi a livello Senior in campo maschile
individuale l’Italia non abbia vinto una sola medaglia tra Mondiali ed
Olimpiadi (in campo femminile una sola medaglia individuale con Concordo inoltre con l’osservazione del tecnico Sergio Ostili, veterano ed esperto di Pentathlon Moderno che suggerisce un maggiore coinvolgimento delle Società alle decisioni e alle attività che concernono il Pentathlon Moderno, finora lasciate troppo in disparte e abbandonate a se stesse. Ad esempio, la decisione di cancellare i Campionati doveva essere fatta riunendo le Società (l’Assemblea elettiva poteva essere un occasione), o comunque chiedendo il loro parere in merito e non informarle solo a decisione già avvenuta. A
mio avviso, per invertire la rotta che il Pentathlon Moderno ha intrapreso
ormai almeno un decennio, bisognerebbe cambiare radicalmente il modo di
operare ed adottare una nuova forma di comunicazione tra Aspettando
un nuovo Barak Obama per il Pentathlon Moderno non perdiamo almeno la
passione per questo sport. Gianni
Caldarone |