Re: Promozione o deriva?

Esaudisco subito il desiderio del Pres. Felicita che non tollera il “pressappochismo” rassicurandolo che questa lettera sarà un’ attenta analisi su quanto da lui argomentato nella lettera della Sig.ra Antonelli.

Non conosco personalmente la Sig.ra Antonelli ma in quanto mamma di un atleta tesserato/a alla FIPM è, a mio avviso, abilitata a pieno titolo ad intervenire sugli argomenti inerenti il Pentathlon Moderno, anche se come scrive il Pres. Felicita: “non è specificato a che titolo intervenga, non essendo la stessa tesserata alla Federazione”.  Per quanto riguarda il “pressappochismo” e “la esternazione gratuita“ riscontrata dal Presidente ritengo che la lettera della Sig.ra sia tutt’altro che approssimativa (“pressappochista”), ma, al contrario, puntuale e precisa in quanto la scrivente, nella sua esternazione, riporta correttamente il fatto inerente la cancellazione della competizione e muove una critica nel pieno diritto di giudizio ed espressione. Peraltro riportando anche le precise parole rilasciate dal Presidente appena eletto: “….daremo comunque nuovo impulso alle attività promozionali….” e riscontrando nella decisione presa dal Consiglio Federale di cancellare la gara, una palese discrepanza rispetto alle dichiarazioni rilasciate subito dopo la Sua rielezione.

Più che la “lamentazione” riscontrata nella lettera dal Pres. Felicita (il significato dato dal Vocabolario al termine lamentazione: lamento lungo e noioso – lagna), riscontro una lamentela concisa ed assolutamente opportuna in merito al fatto. La Signora ci ricorda che la competizione in questione era in programma da un anno sul calendario ufficiale e giudica correttamente quando afferma “l’inopportuna cancellazione del Campionato Italiano e del Trofeo nazionale”. E’ infatti inopportuna per i seguenti motivi: 1) un calendario già molto povero di eventi competitivi non merita di essere ulteriormente decurtato  – 2) decisione presa dal Consiglio il 4 novembre e divulgata sul sito ufficiale della FIPM il 10 novembre; così facendo si mortificano tutti quegli atleti che insieme ai loro tecnici da settembre compiono un lavoro esclusivamente finalizzato per i Campionati che erano in programma -3) disinteresse riguardo ai sacrifici che spesso sono, senza esagerare, proprio come dice la Sig.ra Antonellienormi” per quei giovani che ogni giorno si allenano e che hanno come fine un obbiettivo che viene poi cancellato.

Per quanto riguarda la decisione attribuita al Consiglio Federale il 4 novembre e quindi a Suo dire antecedente alla rielezione, mi viene in mente la storia dello struzzo che nasconde la testa sotto terra per non farsi vedere; chi è stato ininterrotto Presidente della FIPM dal 1998 ad oggi? La Sig.ra Antonelli può aver commesso un errore formale ma non nella sostanza attribuendo al Presidente la paternità della decisione di annullamento e comunque il responsabile di ogni decisione e di qualsiasi azione di un ente è sempre e comunque il dirigente che ne è a capo. A mio avviso non è una mossa elegante cercare di scaricare la responsabilità attribuendo al Consiglio la decisione della cancellazione della competizione, peraltro un Consiglio che porta praticamente gli stessi nomi, compreso il Suo, da dieci anni a questa parte. E comunque, come già detto, il sito della FIPM dava comunicazione della decisione del Consiglio Federale il 10 novembre e perciò risulta perfettamente comprensibile, da parte di un genitore, che leggendola sul sito ufficiale con data 10/11/2008 possa attribuire tale decisione a Lei ed al suo staff eletto appena il giorno prima. Ma Lei Presidente veramente non ne sapeva proprio nulla? Il Consiglio ha preso questa decisione contro la Sua volontà? Se così fosse nutrirei forti perplessità sul controllo che Lei ha sul Consiglio.

Adesso vengo al punto, a mio avviso, più importante di questa vicenda e cioè sulla lettera di un genitore che scrive e di un Presidente federale che risponde.

La lettera della Sig.ra Antonelli comunica al lettore attento uno stato d’animo deluso non solo dal fatto contingente ma un atteggiamento disilluso nei confronti della realtà che oggi il Pentathlon Nazionale attraversa. Nelle sue parole si coglie oltre che passione per questa disciplina anche delusione ed aspettative tradite: “…….dare voce a chi, praticante, addetto o semplice appassionato di questo sport, è stato più volte mero spettatore di comportamenti, azioni e indirizzi di coloro che dovrebbero gestirlo, promuoverlo, valorizzarlo e “istruirlo”, ma che in realtà sono in netta divergenza con le responsabilità del ruolo e non corrispondenti con gli interessi del Pentathlon e con le aspettative dei giovani e meno giovani che praticano con serietà e abnegazione questo sport o che soltanto ne sono collaterali”. Sarebbe un errore considerare questa lettera solo uno sfogo del momento, ma bisognerebbe considerare più attentamente quanto denunciato e saper leggere tra le righe un malcontento ormai radicato nell’intero movimento Pentathlon. Il Pres. Felicità nella sua lettera di risposta non coglie questo aspetto delicato e fondamentale dell’utente, interrogandosi su a che titolo intervenga la Sig Antonelli non essendo un tesserato e sostenendo una linea estranea alla stessa decisione presa dal Consiglio, reputando le critiche a Lui dirette come avulse ed infondate, pressappochiste e gratuite (citando testuali parole). Forse al Pres. sfugge che la scrittrice potrebbe essere la voce di un malcontento generale, che l’affermazione “ scoraggiare, deludere e allontanare sempre di più tutti quei giovani….” potrebbe anche essere riferito a se stessa e di riflesso agli altri genitori che insieme agli atleti rappresentano la base del movimento del Pentathlon Moderno. Non dimentichiamo mai che un genitore deluso allontana per primo il proprio figlio dalla fonte della propria delusione. La Sig.ra Antonelli rappresenta un importante motivo di riflessione perché la critica precisa che fa alla FIPM meriterebbe una risposta più esaustiva e puntuale. Leggendo la lettera, di chiunque sia, si ha il dovere di considerarla scritta da una persona con capacità di osservazione e di critica, una persona che in base alla sua esperienza del Pentathlon giudica sui fatti visti e vissuti. Sottovalutare questo, non prendere seriamente in considerazione le critiche che vengono fatte sarebbe un errore imperdonabile che aumenterebbe la distanza tra utenti e dirigenza.

Forse sarebbe stato meglio riflettere di più sulle “infondate” e personalissime analisi” della Sig.ra Antonelli che, forse, tanto personali (nel senso di isolate) non sono.

Comunque nella lettera di risposta non si legge nulla in merito alla domanda della scrittrice e cioè: “perché i Campionati italiani sono stati cancellati? “  e, aggiungo io, la motivazione riportata “…nella valutazione di diversi aspetti tecnici-organizzativi ha ritenuto di annullare…” ma che vuol dire?

Concludo nel correggere un’affermazione riportata sulla lettera di risposta del Pres. Felicità.  Dal 1998, data del suo insediamento a Presidente della FIPM, ad oggi il numero dei praticanti è sensibilmente diminuito.  Basti pensare che in questi ultimi anni sia a livello nazionale che a livello regionale alcune categorie non vengono fatte gareggiare per mancanza di pentatleti. Oggi, nella categoria Senior Maschile e Femminili, ed in alcune categorie minori la competizione a staffetta non si può disputare per mancanza di partecipanti.

Se sulla carta durante qualche anno il numero totale degli iscritti alla Federazione Pentathlon  può essere aumentato di qualche decina di iscritti è indiscutibile che il numero di pentatleti veri è drasticamente diminuito perché dalle categorie dei più piccoli (11- 12 anni) sia ha una perdita del 90% fino alle categorie Senior e solo il 50% dei giovanissimi lascia con il passaggio alla categoria Ragazzi (14 anni). In particolare dal 1998 ad oggi gli Assoluti di Pentathlon Moderno, sia in campo maschile che in quello femminile, hanno subito un calo di circa il 50% degli atleti con punte del 65% negli anni 2002, 2003, 2004.

Se un qualche piccolo e sporadico incremento c’è stato all’inizio di qualche anno agonistico, peraltro non assolutamente rilevante ai fini del movimento Pentathlon, è stato solo un incremento numerico di iscritti di giovanissima età che non ha assolutamente influito sul numero dei praticanti nelle categorie maggiori, anzi c’è stata, durante gli anni, una rilevante defezione che ha determinato insuccessi sia a livello quantitativo che qualitativo. Una mia precedente analisi fatta sul numero di partecipanti agli assoluti di Pentathlon Moderno dal 1984 al 2006 dimostra come in questi ultimi dieci anni c’è stata una massiccia defezione di atleti nel nostro sport ( l’analisi completa si può leggere su questo sito nell’articolo pubblicato nello spazio “ci scrivono” del 18/04/2007 con titolo “Analisi” ), defezione che comincia in modo massivo fin dalle categorie giovanili.

Quindi i convincimenti dell’autrice sull’abbandono di molti giovani di questa disciplina non li trovo così infondati e lontani dalla realtà. Non è un caso che dal 1996 ad oggi  a livello Senior in campo maschile individuale l’Italia non abbia vinto una sola medaglia tra Mondiali ed Olimpiadi (in campo femminile una sola medaglia individuale con la Corsini )

Concordo inoltre con l’osservazione del tecnico Sergio Ostili, veterano ed esperto di Pentathlon Moderno che suggerisce un maggiore coinvolgimento delle Società alle decisioni e alle attività che concernono il Pentathlon Moderno, finora lasciate troppo in disparte e abbandonate a se stesse. Ad esempio, la decisione di cancellare i Campionati doveva essere fatta riunendo le Società (l’Assemblea elettiva poteva essere un occasione), o comunque chiedendo il loro parere in merito e non informarle solo a decisione già avvenuta.

A mio avviso, per invertire la rotta che il Pentathlon Moderno ha intrapreso ormai almeno un decennio, bisognerebbe cambiare radicalmente il modo di operare ed adottare una nuova forma di comunicazione tra la Federazione e le società satellite affinché si possa operare in armonia ed in modo sinergico non dissipando sforzi in direzioni errate.

Aspettando un nuovo Barak Obama per il Pentathlon Moderno non perdiamo almeno la passione per questo sport.  

Gianni Caldarone