Leggo
con immenso piacere il punto di vista di Daniela. In effetti il suo modo
di vedere le cose non fa una piega.
Chi vive da anni una realtà difficilmente è pronto a un cambiamento
radicale. Per Daniela che è nel mondo del pentathlon da due anni in
effetti uno stravolgimento di regole non è poi così drammatico.
Credo che la differenza sia il fattore paura. Da anni siamo abituati a
questa realtà, lavoriamo per migliorare in questo e, nel nostro futuro,
ammettiamo solo la formula classica. Quello che ci fa paura è il
cambiamento. Sarò ancora un atleta forte con la nuova formula? Sarò
ancora un nazionale? Oppure diverrò un atleta da metà classifica? Chi ci
guadagnerà e chi ci perderà con il cambio?
Sono
tutte domande che ognuno di noi si pone, forse inconsciamente, e alle
quali non può dare risposta.
Nel
1993 il tiro passò dal Fuoco all’Aria compressa. Ottimi tiratori furono
ridimensionati, altri precedentemente medi diventarono fortissimi. Fu
introdotta la formula One day. Variò totalmente la metodologia
dell’allenamento.
Nel 1997 furono ridotte le distanze maschili con grande guadagno dei paesi
dell’est. In ognuna di queste situazioni ci furono atleti avvantaggiati
e atleti disperati. Tutti comunque si adeguarono.
Senza dubbio se la nuova formula diventasse realtà i valori in campo
sarebbero drasticamente rimescolati. Dopo qualche anno però tutto tornerà
a essere visto come fosse la normalità. Per noi la One day è fuori
discussione, ma a inizio anni ’90 quanti l’avranno vista come un
cambiamento inutile e snaturante la disciplina?! Molti!
Secondo
me c’è solo da capire se effettivamente il cambio migliorerebbe
l’afflusso mediatico.
Concordo che vedere la gara di tiro è molto noioso ma immaginate, per
esempio, la stessa prova messa come ultima delle cinque, con classifica
totale aggiornata dopo ogni colpo. Non sarebbe emozionante?
A
parte questo intermezzo utopico, apprendo dalla signora la nascita di
pistole laser. Senza dubbio risolverebbe il problema relativo
all’allenamento specifico, rendendolo accessibile a tutti.
Circa i costi delle armi aspetterei a definirli più bassi di quelle
attuali. Nel caso vengano prodotte appositamente per noi non credo
costeranno poco.
Concludo
sostenendo che qualunque sia la decisione finale della UIPM tutti
proseguiremo ad amare questo sport e tra qualche anno dimenticheremo
questo momento di perplessità.
Andrea Valentini
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