World Cup di Sassari a due velocità: organizzazione evento e gestione atleti

Sassari per una settimana è stato il palcoscenico dello sport ad alto livello, un appuntamento internazionale gestito in modo magistrale dalla Sport Full Time, che ha organizzato l’evento curandolo nei minimi particolari.
Bella e suggestiva la cerimonia inaugurale alla presenza delle autorità civili, militari, sportive e della banda musicale della Brigata Sassari, che ha visto sfilare le delegazioni dei paesi partecipanti e una folta rappresentanza di giovani Atleti sardi sulle note dell’inno nazionale e di quello della Brigata stessa.
L’efficienza della  macchina organizzativa ha fatto sì che gli spostamenti degli Atleti nei luoghi di gara per tutte le cinque giornate si siano svolti con puntualità rispetto al programma. In particolare la nazionale italiana ha avuto la disponibilità di due pulmini dedicati.
Nelle giornate delle finali gli Atleti hanno avuto per la gara equestre un parco di 25 cavalli di razza anglo-araba di un livello difficilmente  riscontrabile  in altre  gare di pentathlon.
Un’organizzazione complessa,  curata in ogni aspetto dal presidente della Sport Full Time Ilario Ierace che merita i complimenti per l’impegno profuso.
All’occhio dell’osservatore, che non ha potuto che giudicare positivamente gli aspetti di cui sopra,  non sono però sfuggite delle sbavature relative alla gestione degli Atleti.
Erano presenti a Sassari, praticamente la maggior parte di coloro che lavorano per la FIPM, trattandosi di una manifestazione sul territorio nazionale è saltata agli occhi l’assenza dei tecnici di specialità del nuoto e della corsa e la mancanza assoluta di qualsiasi supporto fisioterapico, del preparatore Atletico e dell’armiere. La prova di Sassari costituiva  probabilmente un’occasione unica per l’intero staff tecnico per valutare e studiare le prestazioni degli Atleti in una competizione ad alto livello, un’esperienza che avrebbe potuto dare ai tecnici indicazioni preziose sulla preparazione in vista dei prossimi importanti impegni internazionali. Un’occasione che andava sfruttata appieno considerato che abitualmente nelle trasferte internazionali  al seguito degli Atleti vi sono soltanto il CT e il tecnico d’equitazione. I 24 Atleti impegnati nelle qualifiche e in particolare gli otto finalisti, vista l’assenza di un fisioterapista o di un massaggiatore non hanno avuto neanche la possibilità di un massaggio defaticante, nonostante dopo le qualifiche fossero molto provati a livello muscolare.
Gli Atleti, motore della Federazione e materia prima dello sport, sono di nuovo considerati elementi accessori. Di seguito una serie di piccoli esempi per rinforzare il concetto. 
Nella bellissima cerimonia di apertura della manifestazione erano  presenti i 24 Atleti partecipanti alla gara con 3 diverse tipologie di tute di rappresentanza. È mai possibile che la Federazione e il suo sponsor non abbiano avuto la possibilità di fornire 24 tute di rappresentanza tutte uguali ?
Un’altra anomalia sta nel fatto che gli Atleti per usufruire di un volo Low Cost, hanno dovuto spedire sia all’andata che al ritorno due giorni prima il loro bagaglio sportivo via mare, privandosi  del materiale per gli allenamenti.
La maggior parte delle Atlete inoltre ha ricevuto la pistola laser la sera precedente la qualifica, non avendo così la possibilità di provare l’arma se non contestualmente al riscaldamento della gara ( ricordo che per molte di loro il laser è stata una novità assoluta).
Durante la prova di combined delle qualifiche, in particolare quelle femminili, è stato impossibile da parte delle atlete avere dei ragguagli dai tecnici circa la propria posizione in gara in modo da poter gestire le fasi della corsa e l’eventuale qualifica.
Nella settimana in cui gli Atleti sono rimasti a Sassari non hanno avuto la possibilità di relazionarsi in modo normale con i numerosi parenti e tifosi che li seguivano, anzi si è avuta la sensazione che il C.T. fosse infastidito da tanto calore intorno ai ragazzi, al punto che durante la finale del combined maschile si sia discostato dal gruppo dei sostenitori come se contrariato dal comportamento caloroso degli stessi.
Occorre ricordare che si tratta di persone adulte, uomini e donne, alcune delle quali con un proprio nucleo familiare e con relazioni stabili, che hanno fatto dello sport la loro professione e che non meritano di essere trattati con pressappochismo e con faziosità. Ad alcuni di loro, con la motivazione che il gruppo dovesse restare concentrato fino alla fine delle gare, è stato impedito di uscire per una pizza con i familiari al termine delle qualifiche, mentre altri si sono recati in discoteca in compagnia di qualche tecnico. Per alcuni familiari l’hotel dove alloggiavano gli atleti è stato off limits, ad altri è stato permesso di soggiornarvi.
Dove ci sono delle regole, queste dovrebbero essere valide per tutti e non applicate ad personam.
Un tale atteggiamento infatti non influisce positivamente sulla serenità degli Atleti in vista del raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Perché imporre agli Atleti comportamenti che mai in nessuna altra competizione tenutasi all’estero sono stati imposti? Perché a Sassari tanto “rigore” e tanta pressione psicologica?
Si dimentica forse che negli ultimi appuntamenti internazionali tenutesi a Roma gli Atleti hanno alloggiato ciascuno presso le proprie abitazioni  senza che questo abbia inficiato sulla loro condotta in gara.
Siamo sempre più persuasi che ai nostri Atleti non manca la condizione fisica ma quella mentale, nelle discipline atletiche infatti sono andati tutti bene, quello che è mancato e che manca ormai da tempo è la condizione psicologica, determinata probabilmente dall’atteggiamento che è stato denunciato dagli stessi atleti nella lettera consegnata in Federazione a settembre.
Successivamente alla consegna della lettera gli atteggiamenti stigmatizzati hanno subito delle piccole modifiche, sono state elargiti modesti premi di rendimento che da un biennio non venivano assegnati, ci sono stati dei segnali che lasciavano presagire il  cambiamento auspicato.
Purtroppo a distanza di poco tempo ci si ritrova con gli stessi problemi di prima e con l’amara considerazione che non ci sia la volontà di risolvere quanto richiesto dagli Atleti. 
È di questi giorni la convocazione per la prova di Coppa del Mondo che si terrà in Ungheria.
Come già accaduto per l’Europeo 2010, anche in questa occasione la nazionale si recherà in trasferta utilizzando i pulmini federali, probabilmente per motivi economici,  sottoponendo gli atleti a due giorni di viaggio e ad un inutile stress in considerazione del fatto che, con un’adeguata programmazione e pianificazione dei voli, la trasferta aerea non avrebbe inciso sulle casse federali più di quanto non andrà ad incidere quella stradale, senza considerare nel computo totale l’ammortamento e l’usura dei mezzi.  Fatti due rapidi conti, considerato il pedaggio, il carburante, i pernotti per i tecnici che fungono da autisti, non riusciamo a trovare il risparmio, Ammesso e non concesso che ci sia un ipotetico risparmio, sarà questo tale da cambiare le sorti di una Federazione che gestisce un bilancio di circa 2.500.000 euro annui?
Probabilmente la volontà di accendere un mutuo presso il credito sportivo per finanziare un impianto a Pesaro, con i fondi destinati dal Coni all’attività sportiva  determina le condizioni suddette.
Sarebbe ora che il Coni prendesse provvedimenti in merito, anche a seguito di quanto scritto dagli Atleti nella lettera consegnata in Federazione il 22 settembre 2010, del questionario elaborato dagli stessi e consegnato al Presidente Federale nella riunione con i tecnici e a quanto pubblicato sulla Gazzetta dello Sport del 27 novembre 2010, di seguito allegati. 

ASSIPENTA

 Lettera consegnata in Federazione il 22-09-2010

Signor Presidente,
le persone che oggi ha davanti sono il simbolo stesso della Federazione che Lei presiede.
Davanti a Lei ci sono gli atleti più titolati in attività oggi nel Paese, che in più di qualche occasione hanno dato lustro alla Federazione con i risultati conseguiti a livello individuale, a staffetta e a squadre. Nell'ultimo biennio invece non siamo stati messi in condizione di lavorare bene e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Siamo stati selezionati per rappresentare la Nazionale e pertanto esigiamo un trattamento professionale sia dal punto di vista umano che economico. Troppe volte invece ci siamo trovati di fronte ad impegni presi e disattesi, a promesse mancate, alla mancanza di incentivi economici, come possiamo riportarle di seguito attraverso le nostre osservazioni, dettate dalla volontà di compiere un percorso produttivo in termini di efficienza organizzativa ed efficacia delle prestazioni:

  • Nessuna fornitura di materiale tecnico per lo svolgimento delle discipline, come lame, colpi etc;
  • Assenza di un armiere;
  • Gestione degli allenamenti inadeguata per una nazionale: assenza di personalizzazione dell'allenamento, scarsa comunicazione fra i tecnici delle varie discipline, mancata collaborazione con società schermistiche;
  • Assenza di un fisioterapista e di un medico durante allenamenti, gare, trasferte e collegiali, poiché quando presenti gli orari sono incompatibili con quelli dell'allenamento;
  • Alcuni tecnici che rovinano l'ambiente di lavoro trattandoci in maniera poco rispettosa;
  • Mancata partecipazione alle gare di staffetta, competizione nella quale abbiamo detenuto il titolo di campioni del mondo per l'intero triennio 2006-2008;
  • Mancata concessione della foresteria di Montelibretti;
  • Assenza di un appoggio per gli atleti durante la preparazione a Roma;
  • Collegiali destabilizzanti non adatti ad una preparazione professionale;
  • Maggiore trasparenza sulla programmazione individuale della stagione agonistica;
  • Ristrettezze economiche verificatesi nonostante l'attribuzione pressoché invariata di fondi da parte del CONI che hanno portato a:

         Mancanza di rimborsi spese;

         Mancanza di premi ed incentivi per i risultati conseguiti negli ultimi due anni;

         Pasti mancanti durante gli allenamenti;

Siamo qui perciò a chiederLe un cambiamento radicale, importante anche per ridare credibilità alla Federazione a livello internazionale. Speriamo che le nostre esigenze vengano soddisfatte e che la questione non venga archiviata per mancanze di fondi, poiché impensabile che queste colpiscano soltanto gli atleti.
Col niente si costruisce il niente.
Con rispetto

Gli atleti del gruppo A nazionale

   Questionario consegnato al Presidente

  • Hai avuto una programmazione della stagione individualizzata, obiettivi e percorso gare da fare?                   22%AST

      0%SI

 78%NO

  • Hai avuto la possibilità di discutere e programmare le tue personali esigenze di allenamento?                       22%AST

 0%SI

   78%NO 

  • Ti sono mai stati comunicati i criteri in basi ai quali si ha diritto alla convocazione alle gare internazionali?                                                                                                                                      22%AST
  • Sono stati rispettati?                                                                                                                             22%AST
  • Sono meritocratici?                                                                                                                               22%AST
  • Li condividi?                                                                                                                                         22%AST

 
55%SI
 23%SI
 33%SI
 23%SI


 23%NO

 55%
NO
 45%
NO
 
55%NO

  • Ti senti trattato con rispetto come merita un atleta professionista ?                                                           22%AST

 0%SI

 78%NO

  • Ritieni che lo staff tecnico sia ben coordinato e svolga quindi un lavoro di gruppo?                                      33%AST

 0%SI

 67%NO

  • Ritieni che il CT si relazioni con gli atleti in modo rispettoso?                                                                   22%AST

 11%SI

 67%NO

 

  • Senza la figura del fisioterapista la preparazione può essere svolta in maniera :      22% AST

OTTIMALE

  0%

 

BUONA

  11%

 

SUFFICIENTE

  22%

 

MEDIOCRE

  45%

  • Senza la figura del Tecnico delle Armi la preparazione può essere svolta in maniera:  22%AST

OTTIMALE              0%         

 

BUONA

    0%

 

SUFFICIENTE

   11%

 

MEDIOCRE

   67%

 

·        L’assenza delle borse di studio, dei rimborsi spese e dei premi per i risultati hanno quali conseguenze:      22%AST
Mancanza di serenità nel lavoro    67%
Mancanza di considerazione da parte della Federazione
    89%
Mancanza di stimoli 
   67%

Gazzetta dello Sport 27 novembre 2010

LETTERE
Non Solo Calcio a cura di Fausto Narducci

Noi azzurri del pentathlon abbandonati dal presidente federale

“Scrivo come presidente dell' Assipenta, associazione di Atleti, Tecnici e sostenitori del Pentathlon Moderno (foto EPA), costituita per tutelare gli interessi morali, professionali ed economici degli atleti. Il Pentathlon Moderno riceve dal Coni la considerevole cifra di circa due milioni di euro, finalizzati soprattutto alla preparazione olimpica, tuttavia gli atleti nazionali non ricevono aiuti di alcun genere. Inoltre si allenano, pena l' esclusione dal programma olimpico, in un collegiale permanente, senza avere un posto dove dormire o riposare tra un allenamento e l' altro, senza pasti, senza aiuti economici né forniture di materiali sportivi, senza mezzi di trasporto federali. Chi fa parte di un gruppo militare riesce a sopravvivere. Gli altri atleti nazionali invece sono a totale carico delle famiglie. Le conseguenze per le nostre proteste non si sono fatte attendere. A qualcuno è stata inflitta una sorta di «punizione» essendo stato spedito in caserma e tenuto lontano dai campi di allenamento. Il Presidente li ha poi invitati ad una riunione in sede federale, con la presenza dei tecnici che sono anche loro superiori militari. Il Consiglio Federale ha analizzato le richieste e conseguentemente il gruppo Nazionale, di circa 20 atleti, è stato sciolto e, dal 2011, sarà formato da soli 4 atleti uomini e 3 donne i quali percepiranno 200 euro al mese. Il Presidente ha sempre addossato la responsabilità dei tagli alle ristrettezze imposte dal Coni, ma risulta che l' ente non ha mai diminuito il budget annuale. Sono invece aumentati, anno per anno e a dismisura, i costi per la gestione federale. Le partecipazioni delle Nazionali Senior e giovanili alle gare internazionali sono ridotte al minimo. Abbiamo richiesto un incontro con la Federazione, ma ci è stato negato.”

Pierluigi Giancamilli

 

Ovviamente il Presidente federale (a proposito, ha un nome: si chiama Lucio Felicita) è invitato a rispondere punto per punto. I tempi felici di questo sport (che è sopravvissuto alle Olimpiadi a prezzo di mutazioni genetiche) non solo in Italia, sono finiti ma è triste vederlo ridotto così: spaccato al suo interno e senza atleti di interesse internazionale. Trattandosi di disciplina quintupla che richiede impegno e spese multiple, viene logico chiedersi se e come conviene insistere sugli investimenti (vedi Centro federale di Pesaro).

Fausto Narducci