Storia |
Il pentathlon
nell’antica Grecia Le
Olimpiadi antiche inizialmente prevedevano un'unica competizione, lo “stadion”,
192 metri di corsa piani. Dopo poche edizioni si aggiunse anche la gara
sulla distanza doppia e finalmente nel 708 a.C. arrivò il momento del
pentathlon. Si sta parlando dei XVIII giochi.
Era composto
da: corsa, sulla distanza dello “stadion”, salto in lungo, lancio del
disco, lancio del giavellotto, dove non contava solo la lunghezza del
getto ma soprattutto la precisione, ed infine la lotta. Si parla di due
possibili formule di gara. L’una dove gli atleti si fronteggiavano due
alla volta seguendo un tabellone ad eliminazione diretta. L’altra dove
tutti prendevano parte alle prime quattro prove e poi solo i primi due si
contendevano la vittoria nella prova finale, la lotta. L’intera
competizione si svolgeva in un'unica giornata. La sua
spettacolarità e completezza la rese la specialità principe delle
olimpiadi antiche. Lo stesso Aristotele si espresse come segue: “Gli
atleti perfetti sono, tuttavia, i pentatleti perché nel loro fisico
potenza e velocità sono combinate in una splendida armonia” "
L’atleta degli Dei ": L’alba del Pentathlon Ossia,
il primo italiano vittorioso nel Pentathlon alle Olimpiadi. 2500 anni
fa, gli sport erano strenuamente violenti. Nell’antica
Grecia, pochi atleti erano capaci di sopravvivere alle dure prove che si
tenevano nelle arene sportive. Uno di
loro è riuscito ad avere la meglio sui segni del tempo, offrendoci
un’eccezionale testimonianza di un’epoca formidabile. Per la
prima volta nella storia, siamo in grado di risalire allo stile di vita di
questo atleta e alle sue gloriose imprese, agli antichi Giochi Olimpici. La
magnificenza della sua tomba, scoperta circa 50 anni fa in Italia a
Taranto, fa pensare ad un vero campione e ciò è confermato dai vasi
posti ai quattro angoli del feretro. In
seguito a procedimento di restauro, una delle anfore, presenta dipinti
raffiguranti due attività sportive distinte. La prima
figura è un saltatore in lungo che regge dei pesi speciali, mentre la
seconda rappresenta un’atleta alle prese con il lancio del disco. Le
altre anfore raffigurano la lotta e la corsa. Ciò
induce gli archeologi a ritenere che si tratti di un premio per una delle
attività sportive più prestigiose ed affascinanti dell’antichità: il
PENTATHLON. Ogni 4
anni, decine di migliaia di greci convergevano d’estate da ogni parte
del mediterraneo verso Olimpia. L’atleta
di Taranto, Ikkos vincitore nel Pentathlon nel 444 avanti Cristo, è
la nostra ultima testimonianza di un mondo ormai perduto. Centinaia
di anni prima della nascita di Cristo, le celebrità dello sport,
riuscivano ad attirare migliaia di spettatori ossessionati dalle loro
imprese eccezionali . Antichi
reperti raccontano di campioni come Leonida di Rodi, famoso per aver vinto
tutte le gare di corsa per 4 Olimpiadi consecutive. Il nostro
pentatleta era prossimo alla prova più dura della sua carriera:
l’opportunità di guadagnare la gloria eterna e diventare una vera e
propria leggenda. In quei
giorni tutto assumeva un senso di divina sacralità, l’attesa
trepidante, l’aspettativa, la concentrazione, ma l’unico modo di
elevarsi ancora più su era aggiudicarsi la vittoria. I
sacerdoti del luogo avevano il compito di arbitrare le competizioni e
prendevano posto sul palco della giuria. Proprio
come accade oggi, i pentatleti si preparavano fisicamente e mentalmente ad
affrontare la gara. Non siamo
a conoscenza dell’ordine esatto in cui si svolgevano le 5 discipline, ma
si sospetta che fossero precedute da una cerimonia iniziale. Mentre
sappiamo per certo che gli atleti ricevevano dei dischi di bronzo
ufficiali con cui effettuare il lancio. La
struttura ossea dell’atleta di Taranto, si adatta perfettamente al
lancio del disco. L’analisi
suggerisce anche che l’atleta non fosse altrettanto abile nel lancio del
giavellotto. Ciò
avrebbe potuto comportare uno svantaggio significativo in una accesa
competizione come quella dell’antica Grecia. Il lancio
del disco e quello del giavellotto praticati in antichità, non
differiscono da quelli attuali, invece non si può dire lo stesso per il
salto in lungo. Infatti
gli antichi greci lo praticavano in un modo che ai nostri occhi può
sembrare alquanto singolare. Gli
atleti impegnati in tale disciplina sono equipaggiati con degli strani
pesi. Secondo
alcune ipotesi, l’atleta di Taranto era senza dubbio un eccellente
saltatore. La
lotta è una pratica molto meno pericolosa del pugilato del Pancrazio,
poiché non consente di spezzare arti o colpire l’avversario in faccia,
lo scopo infatti è gettarlo a terra. Se
dopo tali competizioni non era ancora stato decretato il vincitore,
sarebbe stato necessario ricorrere alla gara più antica che si
conosca:…… la corsa breve. Erano
solo 200 metri che separavano i migliori atleti dell’epoca, dalla gloria
della vittoria. Il
vincitore riceveva un premio semplice semplice, ma allo stesso tempo
prestigioso e molto ambito da tutti: una sciarpa di lana bianca che lo
consacrava definitivamente come eroe Olimpico!. Non
sappiamo esattamente come il nostro pentatleta sia riuscito a guadagnarsi
tanto prestigio. Ma
l’evidenza della tomba e dello scheletro parlano da soli a testimonianza
di un atleta capace di gareggiare ai massimi livelli nelle 5 discipline. Dopo 2500
anni di isolamento, Ikkos di Taranto torna a nuova vita,
consegnandoci affascinanti visioni di un passato misterioso e
straordinario. Oltre a
testimoniare il culto dei greci per la competizione Olimpica, il
pentatleta è anche simbolo di una vita dedicata alla devozione
religiosa. Diventare
un vero pentatleta attraverso il perfezionamento della propria forma
fisica era infatti il sacrificio più grande che si potesse offrire agli
Dei. cp
Nascita del
pentathlon moderno Evoluzione
della disciplina De
Coubertin riesce, dopo vari tentativi, a far approdare il pentathlon alle
Olimpiadi. Quasi sempre il pentathlon ha rappresentato una delle discipline di inizio di ogni edizione dei giochi olimpici. L’intera competizione si svolgeva in 5 giorni, uno per sport. Questa formula di gara è stata tale per quasi 80 anni.
A Pechino 2008 è ormai certo l’incremento a 36.
Parallelamente alla storia olimpica ci sono due annate chiave per l’evoluzione di questa disciplina. La prima è quella del 1981 quando a Londra vengono svolti i primi campionati mondiali femminili. La seconda è quella del 1989 quando viene introdotta la gara a staffetta, formula non ancora olimpica ma presente in tutte le altre competizioni.
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