Una corsa perfetta che porta fino ad Atene

Podio Campionato Europeo Usti nad Laben 2003Dopo le solite difficili qualificazioni, superate discretamente, Andrea il 31 agosto 2003 è impegnato nella finale del Campionato Europeo. Oltre al titolo in palio, come in ogni edizione, questa volta per i tre atleti occupanti il podio ci saranno anche le Carte Olimpiche nominali per Atene 2004. Con tale prospettiva la tensione sale a mille.
L’azzurro comincia benissimo nella prova di tiro con un ottimo parziale ai 10 colpi, che però viene rovinato da quelli seguenti. Finisce comunque con 178 che gli vale un 22° posto. Parecchi gli atleti sopra i 184 tra cui l’ucraino Budovsky, che si impone con 189.
Nella scherma stessa storia. Incredibile inizio di Andrea, che vince i primi dieci assalti e poi fase calante, che gli consente comunque di realizzare buoni 944 punti. Questo punteggio, secondo solo al 972 di Krungolcas, che prende il largo, fa risalire Valentini fino al 7° posto parziale.
Nel nuoto a fermare il Campione Italiano non è la tensione ma i soliti programmi sbagliati dal tecnico della disciplina in questione. Con 2’15”, in una vasca lentissima, si piazza 27° e scende in 14° posizione generale. Però, tranne Krungolcas e Cherkovskis, gli altri sono tutti “a portata di corsa”.
Nell’equitazione l’azzurro entra in campo tra i primi. Il sorteggio gli è stato estremamente sfavorevole. Harlekyn gliele fa vedere di tutti i colori. Dopo innumerevoli rifiuti in campo prova, la sorte di Andrea sembrerebbe decisa. Ma la gara è tutt’altra cosa. Con frustate a raffica, urla e rabbia Andrea non solo riesce a limitare i danni ad un solo rifiuto sulla doppia, ma con 1116 punti risale anche fino alla nona piazza. Nel frattempo uno dei due fuggitivi lascia parecchi punti tra gli ostacoli e si ritrova appaiato all’azzurro. L’altro, Krungolcas, è invece impeccabile anche qui e va a partire nella corsa primo con grande distacco. Il percorso si sviluppa nel centro della cittadina ceca, Usti nad Laben, ed è estremamente simile a quello già affrontato in due precedenti occasioni dall’azzurro. Entrambe lasciarono brutti ricordi ad Andrea, questa volta è l’ora di prendersi la rivincita. Uno stato di forma eccezionale, è senza dubbio in questo momento il più forte corridore al mondo, sommato al grande stimolo promettono bene. Classifiche alla mano la situazione sembra favorevole per un possibile bronzo. Vedendo l’handicap infatti troviamo Krungolcas irraggiungibile, poi secondo c’è Meliakh a 25” dall’italiano, Budovsky a 19”, Hantov a 16”, Byssov a 11”, Balogh a 8”, Stefanek a 2” e Johnasson ad 1”. Inutile guardare dietro visto che nessuno potrebbe correre più forte di lui. Dopo la cattiva gestione nel tiro e nella scherma, questa volta Andrea è deciso ad utilizzare le forze al meglio, magari con la sua solita progressione. I 3000 metri si sviluppano su 4 giri da 750 metri. Dopo la prima tornata troviamo l’azzurro ancora nono. Approfittando del passo imposto dallo svedesone è infatti riuscito a fermare il tempo parziale sul 2’19”, passaggio precedentemente deciso. All’inizio del secondo lap vede però il ritmo calare ed allora decide di farsi spazio. Nel giro di poche centinaia di metri sorpassa in facilità nell’ordine Johansson, Byssov, Stefanek e Budovsky. A separarlo da Atene restano ancora il campione ungherese e il forte bulgaro, ma è solo una questione di tempo. Il primo viene ripreso prima della fine del secondo giro, nel quale Andrea ferma ancora il cronometro sul 2’19”, il secondo pochi metri dopo la metà gara. A questo punto, sicuro del piazzamento acquisito, l’azzurro si galvanizza e decide di andare a caccia dell’argento. Il bielorusso è ancora fuori dalla portata visiva ma le indicazioni esterne lo collocano non troppo lontano. Valentini comincia quindi una progressione che lo porta a finire il terzo giro con 2’15”, ma soprattutto che gli permette di mettere gli occhi sulla futura preda. Quest’ultimo viene aiutato da un doppiato moldavo, ma neanche questo può salvarlo. Andrea si lancia a mille, la distanza diminuisce vertiginosamente fino a che, a 250 metri dall’arrivo, avviene il sorpasso. È tale la differenza di velocità tra i due che il bielorusso neanche tenta la minima resistenza. L’azzurro si ritrova davanti, non lontano, anche il lituano, ma è troppo tardi. Taglia il traguardo con un lap di 2’09” e vola tra le braccia del coach, Roberto Petroni, che per la felicità quasi lo soffoca. È argento. Prima medaglia individuale della storia italiana ad un Campionato Europeo, qualificazione nominale per Atene 2004 e stravittoria dell’ennesima prova di corsa. Non gli sono mancate le soddisfazioni.

                                                                                CdL