Bruno Cacchi


Il primo amore è quello che non si scorda. Così il professor Cacchi, responsabile del mezzofondo per
la Federatletica ai tempi di Arese e Fiasconaro, è passato al pentathlon moderno come tecnico della corsa. 

Al centro Bruno CacchiUna mattinata splendida ci accompagna nell'impianto comunale dell'Acquacetosa. L'abituale "meeting point" giornaliero dei cultori del jogging capitolino sembra già un formicaio in piena attività. Qui, seduto in un angolo ombreggiato del campo, scorgiamo l'inconfondibile pizzetto di Bruno Cacchi. Intorno, un gruppetto di pentatleti segue attentamente le parole del professore che risponde alle loro domande, spiega, interroga.

Con Bruno Cacchi ogni seduta di allenamento è una lezione particolareggiata. Tra attività concettuale e "praxis" la linea di demarcazione è sottilissima. L'atleta o più precisamente il pentatleta acquista una perfetta autocoscienza di sé e del movimento della propria macchina atletica.

Le grandi esperienze maturate parallelamente in tanti anni di insegnamento all'Isef e sui campi di atletica costituiscono la solida base conoscitiva del Prof. Cacchi conferendogli un modo particolare di interpretare e di trasmettere i segreti della corsa.

Catanese di nascita (ma diplomato presso l'Isef di Roma), Bruno Cacchi scopre nella sua città la grande passione per l'atletica leggera. Tra le sue amicizie di quel periodo, quella con un personaggio destinato a primeggiare in futuro più che come mezzofondista come giornalista sportivo: Candido Cannavò, attuale direttore della Gazzetta dello Sport.

Nel 1955 il professore inizia la sua carriera di allenatore. Profeta in patria, prepara, tra CUS Catania e Libertas Catania, atleti che saranno più o meno famosi: Ardizzone, Sicari, Riolo, Amante. Nel 1965 il gran salto dalle pendici dell'Etna al Duomo di Milano. Qui Cacchi allena la gloriosa Pro Patria e contemporaneamente è docente all'Isef. In quegli anni allarga le sue conoscenze nel campo della fisiologia, lavorando a stretto contatto con i professori Margaria e Mosconi. L'avventura milanese termina nel 1971, l'anno che segnerà una svolta nella vita privata e professionale di

Bruno Cacchi. Sposa infatti Paola Pigni. la regina del mezzofondo azzurro femminile che conquisterà l'anno dopo la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Monaco sui 1500 metri e deterrà il record mondiale sulla stessa distanza, sul miglio e sui tre chilometri. Sempre nel 1971 Cacchi viene chiamato dalla Fidal nel cui ambito ricoprirà prestigiosi incarichi: coordinatore responsabile del mezzofondo maschile e femminile prima e poi coordinatore unico del settore maschile.

Sono gli anni di Fiasconaro, Arene, Dionisi.

La parentesi Fidal si chiude nel 1974. Bruno Cacchi si ritrova alla Scuola Centrale dello Sport dove presta la sua consulenza tecnica a varie Federazioni sportive. L'incontro con il Pentathlon Moderno è imminente. La futura F.I.P.M. è alla ricerca di un tecnico di prestigio che si occupi della parte atletica. Cacchi inizia la sua collaborazione in un ambiente che lui stesso definirà ottimo e che oggi ha raggiunto un'organizzazione invidiabile. Una Federazione dove efficienza ed armonia segnano il suo cammino luminoso: atleti formidabili sia in campo che fuori, allenatori di primo piano che godono della fiducia incondizionata dei loro ragazzi e dei dirigenti federali, tra i quali il volitivo Segretario Peppe Brunetti. Un meccanismo che esalta io spirito di cooperazione e apre la porta ai grandi successi internazionali.

In questo ambiente Cacchi imposta il suo lavoro dividendo le sue giornate tra Passo Corese e Roma. Tra il Professore e i suoi ragazzi si instaura un rapporto ottimale sia sotto il profilo tecnico che umano ed i risultati ottenuti ne forniscono ampia conferma. Il professore sa che un'attività multidisciplinare come il pentathlon moderno richiede preparazioni differenziate dove i carichi energetici vanno sapientemente distribuiti nell'arco della giornata. I suoi allenamenti - cinque volte alla settimana - sono mirati ad un recupero muscolare nella fase iniziale della preparazione con intervalli più o meno lunghi tra una gara e l'altra. L'obiettivo è finalizzato al raggiungimento della migliore condizione nella gara più importante della stagione. Uno schema di allenamento pianificato che consente a Cacchi di accrescere gradatamente le prestazioni dei soggetti fino a raggiungere nel momento che conta il massimo del risultato. I risultati gli danno ragione. Dal 1976 ad oggi i pentatleti azzurri hanno mostrato un costante miglioramento sui quattro chilometri ed oggi Cacchi può contare su un gruppo omogeneo capace di esprimersi in collettivo su valori ottimali.
BRUNO MARCHESI                                                                                                                                                         Multisport n°
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Nota della redazione:
Il professore ha allenato la nazionale A, con alcuni intervalli, fino al 2001. E' poi rimasto fino ad Atene 2004 come supporto scientifico.